giovedì 18 gennaio 2018

L'ANTIRAZZISMO DELLA RAZZA UNICA

Sono in parte in disaccordo con l'articolo riportato in quanto, pur riconoscendo che le razze esistono,  tuttavia esclude che vi possa essere ANCHE  un fondamento biologico nel giudicare le differenze tra razze. Mi sono sempre domandato perché sinora non vi sia stato un premio Nobel per le scienze assegnato ad un negro. Possono prendere medaglie nelle Olimpiadi e nei campionati mondiali di atletica, trattandosi di muscoli e non di cervello. Vi è poi una inferiorità culturale come quella degli islamici, che non hanno apportato alcun contributo al progresso della conoscenza a causa del Corano. Sono dei sottosviluppati mentali. Voglio precisare che il piano Kalergi prevedeva un meticciato tramite popolazioni europee ma non un meticciato tramite  popolazioni non europee.  

Il vero razzismo è il cosiddetto antirazzismo



Secondo i criminali del pensiero unico e i seguaci servi le razze non esistono, loro sono già proiettati nella dimensione della razza bastarda unica, il meticciato è il loro credo. Non esistono diversità tra gli abitanti delle varie zone del Pianeta. Siamo d'accordo che tutti siamo uguali davanti alla legge, ci mancherebbe, ma, come ci ricorda giustamente Sallusti, la stessa nostra Costituzione riconosce l'esistenza delle razze umane e la diversità degli individui. Afferma verità Martino Mora quando scrive “...Affermare che bisogna salvaguardare e difendere le "razze" (e quindi anche la nostra) è fare un'affermazione profondamente antirazzista”. Di seguito il condivisibile punto di vista sul nuovo razzismo dei fautori della neolingua.
 
Il "razzismo" (quello vero, non quello immaginario) non è l'affermazione dell'esistenza delle razze, ma l'affermazione che una razza sia superiore alle altre, oppure inferiore. Il "razzismo" (sempre quello vero, non quello immaginario) non è, ripeto, l'affermazione dell'esistenza delle razze, ma la convinzione che le razze, quindi la biologia, siano la chiave unica o principale per comprendere la storia e la società e per classificare il valore degli uomini. Come il freudiano assolutizza il sesso e il marxista l'economia, il "razzista" assolutizza la biologia. Il "razzismo", quindi è condannabile sia per il suo materalismo (biologismo scientista) che per le sue conseguenze pratiche (apartheid, lager, segregazione). Affermare che un essere umano sia disprezzabile per il colore della sua pelle o i suoi carateri somatici è disgustoso. 

Però oggi il razzismo tradizionale si è capovolto in un antirazzismo che mira al "meticciato", quindi alla razza unica. Viviamo nell'epoca di quel razzismo capovolto di cui l'antesignano fu quell'hitleriano speculare e ribaltato del conte Kalergi, nella sua opera "Idealismo pratico" (1923). 
Esagero? No. Nichi Vendola ha affermato che "Il progresso passa dalla mescolanza delle razze". Di "meticciato" come obiettivo politico hanno parlato tra gli altri Eugenio Scalfari, Corrado Augias, lo storico Andrea Giardina e pure il cardinale Scola. Molto prima di loro il conte Kalergi, appunto. Oggi il vero razzismo è, al contrario, l'antirazzismo ideologico, figlio dell'odio di sè della cultura occidentale. L'antirazzismo che, ormai scevro dalle nobili passioni di un tempo, si propone la creazione di un'umanità unica senza differenze etniche, culturali, religiose, sessuali e finanche biologiche. Il nuovo antirazzismo è un razzismo.
 

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