mercoledì 25 gennaio 2017

L' ANIMALE MACCHINA SECONDO CARTESIO



Non poteva iniziare peggio la filosofia moderna. Meglio quella medievale di S. Tomaso che era cosmocentrica e non antropocentrica, pur entro un sistema astronomico ancora geocentrico. Con la filosofia moderna il diritto naturale diventa diritto della ragione. E poiché gli animali non umani sono privi della ragione umana essi non hanno nemmeno alcun diritto naturale. Come se la natura vivente fosse solo quella dell'uomo. E ciò nonostante la rivoluzione astronomica che aveva decentrato la Terra e perciò anche l'uomo, che non si trovava più al centro dell'universo finito quale era ancora quello medievale, ereditato dall'astronomia antica di Eudosso di Cnido (IV sec. a.C.) e poi ancora di Tolomeo (II sec. d.C.) con la sua teoria degli epicicli. Nemmeno nel '700, quando con i materialisti francesi (soprattutto con Diderot) si capì che unica era l'origine di tutte le forme di vita, si riconobbe coerentemente che, se esiste il diritto naturale, esso riguarda tutte le forme di vita. Il diritto naturale di uno ha come limite il diritto naturale dell'altro, come nella catena preda-predatore. L'uomo è peggio di ogni predatore,che non uccide mai per crudeltà ma per motivi di sopravvivenza. Il predatore non alleva le sue prede. Solo l'uomo uccide per crudeltà.      
LA VISIONE DI CARTESIO: L’ANIMALE MACCHINA
Non esistono uomini così ebeti né stupidi, senza eccettuare nemmeno i dementi, che non siano capaci di combinare insieme diverse parole e comporre un discorso attraverso il quale fare intendere le proprie idee; e
al contrario che non esiste alcun altro animale, per quanto perfetto e felicemente dotato, che faccia lo stesso.
Ciò non deriva dalla mancanza di organi, perché si vede che le gazze e i pappagalli possono pronunciare parole come noi, ossia dimostrando che pensano ciò che dicono; mentre anche gli uomini che, nati sordomuti, sono privi come e più delle bestie, degli organi necessari per parlare, sono abituati ad inventare certi segni con i quali si fanno capire da quelli che, vivendo ordinariamente con loro, hanno agio di imparare il loro linguaggio. E questo testimonia non soltanto che le bestie hanno meno ragione degli uomini, ma che non ne hanno affatto.
Cartesio
Per Descartes l’uomo è l’interazione tra il fisico e lo psichico. Ma indovinate da dove origina questa interazione? Ma dalla ghiandola pineale ... bellezza! Lì risiede l’anima. Con l’interazione il burattino-corpo di Cartesio si attiva e si agita (anche troppo). Pascal dirà, in seguito, che meno si agita e meglio è.
Ma per gli animali funziona la ghiandola pineale? Ma certo che no... gli animali non hanno né una coscienza, né un’anima. Sono degli automi fatti di nervi e carne. Per questo genio francese osannato per il cogito ergo sum (che la scienza più tardi polverizzerà) “les animaux sont machines”, però superiori agli automi in voga in quell’ epoca. Quelli che Salvatores descrive nel film “La Migliore Offerta”. Creature di metallo costruiti con molle, cinghie, cingoli, viti, chiodi, borchie, bulloni, marchingegni e diavolerie varie.
Insomma gli animali sono automi creati da un Dio un po’ burlone ma sono superiori a quelli costruiti in Metallo . Merci monsieur Descartes! Se fai a pezzi un cucciolo non ti preoccupare i guaiti sono reazioni dei marchingegni interiori. Molle, cinghie, cingoli, viti, chiodi, borchie, bulloni, marchingegni e diavolerie varie ma fatte di nervi e carne e inventate dal benigno creatore. Quindi procedi con tutti gli orrori perché gli animali non provano dolore come noi.
Vivisezione? E perché no?... non sentono niente! Caccia? Un passatempo sublime come ci insegna San Francesco di Sales. Nell’Illuminismo conta solo l’uomo. L’Illuminismo è un tripudio antropocentrico. Non più geocentrico ma ancora antropocentrico. Con l’anima nella ghiandola pineale siamo il centro di tutto. La misura di ogni cosa. Per il filosofo francese le cose che riguardano l’anima e il pensiero sono “cose pensanti” quelle che riguardano la vile materia -che include il nostro corpo -sono “cose estese” (povera materia... fa tenerezza, è bistrattata da tutti) E c’è un abisso tra di loro. Il nostro corpo è una macchina,l’anima è spirito. E le due cose sono inesorabilmente distinte. La panzana della ghiandola pineale se le bevvero in molti.
Ma la visione di Cartesio era già stato un superamento di quelle anteriori. La filosofia, senza l’aiuto di una  scienza valida, barcollava verso mezze verità. Con l’avvento dell’Illuminismo sembrava che fosse venuto il tempo per consegnare Tommaso d’Aquino nell’avita soffitta tra gli antichi balocchi e le seggiole a dondolo tarlate. Ma non fu mai così. Tommasone resistette e resiste tuttora a tempeste e a capovolgimenti filosofici e climatici. Magari i suoi pianeti guidati da puri spiriti, i tre cieli, e i quattro elementi che compongono i corpi sono stati messi in cantina, ma nonostante l’ordine del suo mondo sia collassato e tutta l’architettura geocentrica sia andata a farsi benedire, il suo antropocentrismo teologico ha retto e regge. Quello è inossidabile tra le schiere dei fedeli. Non si tocca.
L’immagine del mondo medievale andò in frantumi. Copernico, Galileo, Kepler e altri la distrussero.
Entrarono nel negozio di ceramiche e, come potenti elefanti, polverizzarono le cianfrusaglie aristoteliche.
Ma c’è gente che persiste nell’errore e resta imperturbabilmente antropocentrica. Resta dell’idea che l’uomo è il centro di tutto. Il che è pura hybris. E questa contorta visione del mondo ha prodotto fiumi di sangue. Ha lacerato il non umano. Lo ha sbranato come un branco di cani sbrana una lepre.
La verità e che siamo una specie dominante su un pianeta -pulviscolo
-infinitesimale perso nell’infinità.
E ogni specie dominante su un pianeta pulviscolo -infinitesimale si inventa di tutto. Leggi, religioni, filosofie, arte ... tutto. E ogni specie dominante su un pianeta pulviscolo -infinitesimale finisce sempre per considerarsi sublime, come uomini o donne raccapriccianti che si guardano allo specchio e si trovano incantevoli. Fino a quando qualcosa, come un’estinzione di massa, mette fine alla tracotanza della specie egemone. Perché di hybris si muore. Periscono civilizzazioni e specie dominanti, come i dinosauri 62 milioni di anni fa, e poi scende la notte.
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DENIS DIDEROT
Tutti gli esseri circolano gli uni negli altri, e per conseguenza tutte le specie ... tutto è un flusso perpetuo ...Ogni animale è più o meno uomo; ogni minerale più o meno pianta; ogni pianta più o meno animale. Non c’è nulla di perfettamente distinto in natura ... Il nastro di padre Castel ... Sì padre Castel, il vostro nastro e nient’altro. Ogni cosa è più o meno una qualunque altra cosa, più o meno terra, più o meno acqua, più o meno fuoco; più o meno d’un regno o d’un altro ... E la vita?...Un seguito di azioni e reazioni. Vivo, agisco e muoio, dunque?... No, senza dubbio in questo senso non muoio, né io né nessuno ... Nascere, vivere e morire è cambiare di forma ... E che importa, questa o quella forma? Ognuno ha la felicità e l’infelicità che le è propria. Dall’elefante alla pulce, dalla pulce alla molecola sensibile vivente, origine del tutto, non un punto dell’intera natura che non goda e non soffra.

1 commento:

Anonimo ha detto...

professore,
se gli animali sono dei "robot biologici", allora lo è anche l'uomo.
anche perché fra un po' di anni i robot non saranno più come quelli ai tempi di Descartes, cioè fatti di viti, bulloni e nastri magnetici, ma biologici appunto. miracoli della bioingegneria.
e questo aprirà un nuovo interrogativo : e l'anima ? ma sarà una domanda alla quale non troveremo risposta...
saluti,
marco