martedì 26 gennaio 2016

SUL DIRITTO NATURALE. LETTERA A CHICCO TESTA

A chicco@chiccotesta.it
Lei è laureato inutilmente in filosofia. Il famoso Norberto Bobbio scrisse Giusnaturalismo e positivismo giuridico (1965) per dimostrare che il diritto naturale è contraddittorio perché, secondo lui, servirebbe a giustificare sia l'assolutismo (quando vi era il diritto divino dei monarchi) che il liberalismo. Bobbio (e come lui Hans Kelsen e Benedetto Croce) non si accorse che in base al suo giuspositivismo non poteva giustificare il suo passaggio dal suo giovanile fascismo (con lettere lacrimose a Mussolini) al suo antifascismo salendo sul carro dei vincitori.  Come tanti ex fascisti. Lei ha portato come esempio il leone che uccide i suoi cuccioli per dimostrare che il diritto naturale è il diritto del più forte, anche se nella  sua confusione mentale si è lasciato sfuggire la verità che il diritto naturale è il diritto alla sopravvivenza. Il leone  non uccide i SUOI cuccioli. Lei ha detto una FALSITA' che non doveva permettersi di dire, soprattutto in TV.  Il leone uccide  i cuccioli che una leonessa ha avuto da un altro leone, perché in questo modo la rende disponibile ad accoppiarsi con lei (e non è detto che la leonesa accetti) per trasmettere i propri geni. Ma il leone deve fare anche i conti con la leonessa che difende i suoi cuccioli.  Ho visto in un documentario una cerva che per distrarre il predatore ha prima nascosto il figlio per poi farsi rincorrere dal predatore pur di salvare il figlio: altruismo? No. Egoismo materno nel voler salvare e tramandare  i propri geni. Senza il diritto naturale inteso come diritto alla propria auto-conservazione  si cade nel relativismo per cui vale solo il diritto della forza. Vada a leggersi Hobbes (almeno il De Cive) e Spinoza (Tractatus theologico-politicus, cap. XVI)  che, pure, intendevano il diritto naturale come diritto della forza.  Ma si tratta solo apparentemente di un diritto della forza perché Hobbes e Spinoza finalizzavano tale diritto al diritto alla sopravvivenza. Hobbes e Spinoza  caddero nell'errore di considerare il rapporto tra gli uomini (intra specifico) come se si trattasse di un rapporto extra  specifico. Gli animali nel loro rapporto INTRA specifico non si ammazzano tra loro. Pertanto erroneamente Hobbes e Spinoza estrapolarono il rapporto extra specifico (rapporto preda-predatore) riferendolo ai rapporti umani. Infatti le guerre tra gli uomini stanno fuori del rapporto naturale, essendo tutte le guerre dovute a fattori culturali. La cultura ha posto l'uomo fuori della natura. Ma, fatta questa precisazione a correzione delle affermazioni di Hobbes e Spinoza, rimane vero che essi definirono il diritto naturale come diritto alla sopravvivenza. Errarono nell'interpretare questo diritto come diritto della forza senza i limiti che invece si riconoscono in natura, dove il diritto della forza è finalizzato al diritto alla sopravvivenza.    
Contrariamente a quanto scrissero Hobbes e Spinoza, i giusnaturalisti come Grozio, Pufendorf, Locke, Leibniz, in parte Rousseau, Voltaire, Kant (per citare i maggiori) intesero il diritto naturale come diritto della ragione, così arrivando ad una concezione antropocentrica e antropomorfica, e perciò antiscientifica, del diritto naturale. 
Il predatore per sopravvivere ha il diritto naturale di uccidere la preda, e la preda ha il diritto naturale di sfuggire al predatore. Si tratta di diritti opposti alla sopravvivenza. Solo l'uomo agisce innaturalmente (culturalmente) con spirito di sopraffazione usando la forza andando oltre i limiti del diritto alla sopravvivenza.         
Mi ha risposto Chicco Testa inviandomi in allegato alcune pagine del suo libro Contro(la)natura. Perché la natura non è né buona né giusta né bella.  
Così gli ho risposto. Ho letto: un cumulo di sciocchezze o di banalità. Si vede che dopo la laurea in filosofia si è dedicato ad altro. Non si è saputo confrontare con ciò che ho scritto. Si occupi pure di elettricità facendo quattrini. Ma non si occupi di diritto naturale.  Lasci perdere. Non fa parte del suo mestiere.

1 commento:

Alessio ha detto...

Bene professore, meno male che c'è lei a puntualizzare anche in modo duro contro questi pseudo-intellettuali che appunto pontificano giocando sulla facile fiducia della gente e sono egocentrici, vogliono con il potere delle parole far passare come vero ciò che vero non è o almeno è discutibile.
Essi sono come i sofisti dell'antica Grecia, che i veri filosofi ritenevano maestri di inganni e manipolatori della verità. Parafrasando Hume, le loro parole non sono altro che "sofisticherie ed inganni".