sabato 22 agosto 2015

VITTORIO CASAMONICA: SANTO SUBITO!

Non capisco tanto scandalo per il funerale di questo grande benefattore che, facendo del bene a migliaia di persone, ha preannunciato che sarebbe andato in paradiso. "Hai conquistato Roma. Ora conquisterai il paradiso". Lo accusano di essere stato un boss. Ma lui negava di esserlo. E se era in buonafede di che cosa era colpevole? Si sa che i cosiddetti criminali hanno una loro etica che gli onesti, di testa dura, non possono capire. Lui invece aveva una testa fine. Aveva comperato da un certo Nicoletti tutti i debiti contratti con gli usurai? Aveva trafficato in droga, ricliclato danaro sporco comperando un grande numero di immobili tra cui 40 ville con piscina ignorate dal fisco? Aveva istituito un racket dell'estorsione? Sì, ma sempre a fin di bene perché poi dava lavoro a chi gli voleva bene affiliandosi al suo clan, apparentato con la banda della magliana. E il grande sfarzoso funerale ha dimostrato che vi era tanta gente beneficiata da lui. E poi ha dimostrato tanta intelligenza riscattando la brutta fama che hanno gli zingari, di essere dei ladri. Il povero Vittorio si era fatto dal nulla. Non aveva mai rubato portafogli, del rame, non era entrato da ladro in casa d'altri e non aveva mai rubato bambini e tante altre cose che rubano gli zingari. Ha agito sempre alla grande. E' mai stato in galera? No. Mai una condanna. Eppure anche giudici e carabinieri sapevano tutto su di lui. Tutti sapevano ma tutti tacevano. E allora perché criminalizzarlo da morto? Non è lui il criminale. Criminale è la politica che ora lo accusa di colpe non sue. La politica, che ben lo conosceva, gli ha permesso di arricchirsi e poi da vigliacca se la prende con un morto che non può più difendersi. Ha fatto del bene a tanti politici portando ad essi un sacco di voti. E adesso negano di essere stati anch'essi beneficiati. Tutto l'apparato statale sapeva chi fosse. Ed ora gli rimproverano un funerale solo perché sfarzoso. Adesso che è morto se la prendono solo con il suo funerale. Ma dove sta il reato in questo funerale? E' stato un funerale pacifico, senza incidenti. Ma un capro espiatorio la politica doveva pur trovarlo per far finta che nulla in precedenza sapesse sul defunto. E allora se l'è presa con l'elicotterista che spargeva petali di rose. Incredibile! Rimproverano anche il prete perché avrebbe dovuto sapere chi fosse. Ma come? Non è forse la giustizia divina diversa da quella degli uomini? Questo papa ha scomunicato i mafiosi. Ma evidentemente il buon Vittorio non ha mai pensato di esserlo. Lui era convinto di fare del bene. E poi perché negargli un funerale se il prete che ha officiato si è raccomandato alla giustizia divina? E forse il carro funebre non era  scortato anche da vigili urbani e poliziotti? Tutto normale.         
Come si vede,  le vie del Signore sono infinite. In verità è questo Stato il vero criminale che, avendo tanti ladri al potere, non sa, e non vuole, combattere quelli che ipocritamente chiama criminali, mentre è lo Stato che trae vantaggio da essi. 
Ha scritto Benedetto Croce (Etica e politica, 1931) che non vi è differenza tra lo Stato ed una organizzazione a delinquere in quanto tutti e due basano il loro potere sulla forza, cosicché, se prevale la forza dell'organizzazione a delinquere, questa si sostituisce allo Stato. Dunque la colpa è dello Stato se dimostra di avere meno forza rispetto a tali organizzazioni. Di che si lamenta? Esso dimostra di essere connivente con esse.   
Immaginiamo che il buon Vittorio fosse finito in galera con Renzi e che un novello Pilato avesse domandato: chi volete che vi liberi? Vittorio Casamonica o Matteo Renzi? Il popolo, se fosse avveduto, avrebbe dovuto rispondere: Vittorio Casamonica. E SANTO SUBITO!  
Immagine per il risultato di tipo notizie
Funerale Casamonica, il parroco: "Lo rifarei". Nipote capo clan: "Giudica Dio, non la politica"

3 commenti:

Andrea Randon ha detto...

Ho fatto un copia - incolla del tuo articolo e l'ho postato su Facebook.
Mi trovi cliccando questo link
https://www.facebook.com/profile.php?id=100007584674805

Una signora, tale Delia Vitola, ha così risposto al tuo scritto:

" A me, invece, non è piaciuto per niente.
Gira che ti rigira la colpa è sempre e solo degli altri!
Lui pensava di fare del bene? Arricchendosi nel modo più squallido?
Comprando politici e servi? Male!
La beatificazione mafiosa post mortem? Malissimo!
Cominciamo a emarginate, schifare e stigmatizzare siffatti individui, il resto verrà da sè...piano piano, ma verrà."

Dal momento che non hai avuto la possibilità di risponderle, gradirei una tua risposta in questa sede, risposta che prontamente posterò sulla mia home page

Pietro Melis ha detto...

Ho sempre rifiutato di stare su Facebook per non dover subire attacchi da un mondo di pettegolezzi o di pazzi.Li ignoro.

Pietro Melis ha detto...

Comunque, quella tale signora non ha capito un ficco secco. Il mio articolo non era una beatificazione del boss, ma una condanna dello Stato connivente. Non ha colto il contenuto provocatorio. Figuariamoci se io possa stare a fare l'elogio di individui che dovrebbero sparire dalla società con la pena di morte.