mercoledì 12 agosto 2015

GLI ANIMALI HANNO DIRITTI?

La trasmissione ZETTEL di ieri notte (una ripetizione di quella del 2012) ha affrontato questo argomento da un punto di vista antispecifico, e ha avversato la tesi che gli animali non avrebbero diritti perché per averlMale dovrebbero avere la coscienza di averli. La trasmissione sembra dunque fondata sull'affermazione che i diritti degli animali esistono indipendentemente dal fatto che essi siano dotati di coscienza. Altrimenti un neonato o individuo in stato di coma sarebbero privi di diritti. Cartesio, con la tradizione cristiana (ma non tutta), riconobbe dei diritti solo all'uomo perché il solo animale dotato di coscienza e dunque capace di fare valere i propri diritti. Questo fanatico, con cui normalmente si fa iniziare la filosofia moderna, ritenne che gli animali fossero solo macchine perché perché non pensano, e dunque non soffrono. Si racconta che una volta il filosofo Fontenelle, morto centenario, fece visita al convento dove si trovava il frate filosofo Malebranche seguace di Cartesio e inventore della dottrina dell'occasionalismo. Una cagna incinta venne incontro a Fontenelle facendogli le feste, ma il frate cartesiano Malebranche le diede un calcio per allontanarla. Fontennelle, stupito per il gesto crudele sulla cagna che si era allontanata guaendo per il dolore, rimproverò Malebranche, il quale si limitò a rispondere cartesianamente: non ti turbare il suo guaire è solo una risposta meccanica, non manifestazione di sofferenza. Maledetto Cartesio, che morì di polmonite a 53 anni in Svezia per non essere riuscito a sottrarsi all'invito della regina Cristina, una pazza che voleva che Cartesio le facesse lezione di filosofia alle 5 del mattino dopo avergli fatto fare un anticamera di tre mesi.  
Ma l'argomento sui diritti degli animali, se basato sul fatto che anche gli animali sono capaci di soffrire e, nelle specie superiori capaci di sentimenti, appare insufficiente. Il discorso è molto più semplice se, come è stato detto in trasmissione, tutti gli animali hanno preceduto la comparsa dell'uomo sulla Terra,come incominciò a capire Darwin. Tutti i mammiferi, e, andando alle origini della vita, persino i batteri sono l'origine delle forme di vita superiore. Senza la casuale simbiosi dei batteri non si sarebbe passati dalla cellula monocariorica e unicellulare dei batteri e delle alghe azzurre aquella eucariotica pluricelulare che diede origine a tutte le altre forme di vita. Questa è la spiegazione ormai scientificamente accreditata che diede la biologa Lynn Margulis. Ma che tutti gli animali abbiano dei diritti si ricava da una semplice constatazione. Ogni forma di vita tende verso la sua auto-conservazione, e ostacolare questa tendenza significa andare contro natura. Ma forse allora non dovremmo usare nemmeno gli antibiotici contro certi batteri? No. Si debbono usare proprio perché ogni forma di vita tende verso la sua autoconservazione, da cui si ricava il diritto naturale di ogni essere vivente alla sua conservazione. Tale diritto naturale non è contraddetto dalla catena alimentare preda-predatore perché il predatore esercita il suo diritto naturale alla sua auto-conservazione. Pertanto il diritto naturale non ha nemmeno bisogno di riferirsi all'esistenza di una coscienza dell'animale. Invece lo specismo ha confuso il diritto con la morale intendendo attribuire il diritto solo all'uomo in quanto soggetto morale. Ma se così fosse dovremmo  considerare anche i peggiori criminali come individui dotati di coscienza morale. Inoltre la morale ci fa cadere nel baratro del relativismo, dipendendo la morale dalle tradizioni e dai costumi di un popolo. Paese in cui vai e morale diversa che trovi. Non esiste una morale universale. Di universale esiste solo il diritto naturale, che ha come limite il diritto naturale di un altro. Prima la mia vita, poi quella degli altri. E'una legge di natura, anche se tra gli stessi animali si trovano eccezioni, nel senso di un apparente altruismo, come nel caso di una cerva che per salvare il figlio non si fa accompagnare dal figlio mentre fugge per distrarre i predatori preferendo sacrificarsi per il figlio. Ma sotto un altro aspetto l'altruismo della madre si risolve in egoismo, perché in essa prevale istintivamente la tendenza alla conservazione dei propri geni tramite il figlio. Di fatto l'altruismo non può esistere in natura, e nemmeno tragli uomini che fanno volontariato. Essi infatti lo fanno per sentirsi gratificati nel proprio ego. Se non si tratta di egoismo si tratta comunque di egotismo.Come ha notato Fernando Savater

 1998 
Etica come amor proprio - Savater FernandoEtica come amor proprio
Savater Fernando, 1998, Laterza
€ 7,23  

    Zettel. Filosofia in Movimento. Animali. - Rai Filosofia

    www.filosofia.rai.it/.../zettel-filosofia-in-movimento-animali/.../default.as...
Gli animali pensano? Sentono? Hanno un'anima? Questo l'inizio della seconda puntata di Zettel. Maurizio Ferraris, partendo dalle affermazioni di Cartesio ..

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