sabato 9 maggio 2015

IL BUCO DELLE PENSIONI. CORTE COSTITUZIONALE E GOVERNO IN OPPOSIZIONE. SOLUZIONE

Ci troviamo di fronte ad una dura opposizione generata da una sentenza scriteriata. Oltre tutto di una Corte Costituzionale che è priva di legittimità per ciò che ho detto più volte. Infatti 2/3 della Corte sono oggi composti da giudici nominati da un parlamento eletto sulla base di una legge elettorale (porcellum, senza offendere i maiali) dichiarata anticostituzionale dalla stessa Corte. Ma si sa che la malattia che affligge maggiormente l'Italia è la "poltronite", l'attaccamento alla poltrona. Perciò debbo far finta che non esista questo schifo che arriva sino alla Corte Costituzionale e che essa abbia legittimità nell'emanare le sentenze. La sentenza di cui oggi tanto si discute riguarda le pensioni. La Corte ha detto che è anticostituzionale il blocco dell'indicizzazione delle pensioni avvenuta nel 2011 e che impedisce una loro rivalutazione. Perciò debbono essere tutte, dico tutte, indicizzate, con restituzione a tutte le pensioni delle mancate indicizzazioni. Questa restituzione comporta una spesa da parte dello Stato che non è stata ancora calcolata esattamente. Alcuni dicono che occorrono 7 miliardi, altri arrivano sino a 12 miliardi di euro. Dove trovare questi  soldi? Il governo, del solito disonesto Renzi, ha già affacciato una soluzione, che però contrasta con il dettato della sentenza della Corte. Infatti ha deciso  di restituire pienamente i soldi dovuti alla mancata indicizzazione soltanto alle retribuzioni che non superino i 1400 euro. Per quelle che arrivano a 3000 euro il governo restituirebbe la metà. Per quelli che, come me,  superassero i 3000 euro (dopo 40 anni di insegnamento all'Università) non vi sarebbe alcuna restituzione. Ma allora la sentenza va a farsi benedire. Chi ha ragione? La Corte o questo sgoverno? Apparentemente ha ragione la Corte. Non si possono fare discriminazioni. Ci credo. Questi magnaccia di Stato si prendono ogni mese più di  200.000 euro al mese (lordi). E che fanno questi magnaccias quando debbono eleggere il loro presidente? Eleggono il più anziano, un anno o due anni prima che vada in pensione, in modo che egli arrivi a ben 500.000 euro di stipendio, a cui si ricollega poi la pensione. 
E poi si tira sempre fuori l'argomento dei diritti acquisiti. Facciamo finta che valga anche questo argomento, anche se non so se questa conservazione sia costituzionalmente fondata. Perché se in passato si sono fatti dei grossi errori permettendo la famose pensioni BABY, che permettevano di andare in pensione dopo 15 anni e sei mesi, mi domando perché si voglia essere diabolici nell'insistere in tali errori. Errare humanum est, perseverare diabolicum. Si dirà che ora non si persevera perché non esistono più le pensioni baby. Ma non è così. Infatti queste pensioni perseverano da decine di anni. Ma tralasciamo anche questi errori. Dove trovare i soldi (da 7 a 12 miliardi)? I soldi ci sono. E come! Ho già detto in altro articolo che ogni anno l'Italia, a causa della disgrazia dell'UE, regala a Stati dell'UE soldi che potrebbero  rimanere in Italia. L'Italia è il quarto contribuente per i fondi comunitari. Chi ce lo fa fare? Negli anni 2007-2012 l'Italia ha regalato ad altri Stati europei ben 37 miliardi, perché ne aveva dato circa 107 e ne ha avuto in restituzione la differenza tra 107 e 37. Non ho a disposizione i dati riguardanti gli anni successivi. Non vengono mai pubblicizzati dagli sgoverni italiani per non creare del panico a favore dell'uscita dall'euro. Maledetti disonesti.
Ma a parte ciò. Una soluzione circa il reperimento della restituzione dei quattrini riguardanti le pensioni è facilmente trovabile senza che per questo si vada contro la sentenza della Corte.              La soluzione mi sembra ovvia. I poltronisti, a cominciare da quelli della stessa Corte, che guadagnano più di un certo tetto (non sto qui a stabilire io quale debba essere questo tetto) debbono essere tassati con un'aliquota che riduca almeno della meta sia i loro stipendi che le loro future pensioni.  E si sa che per quanto riguarda le aliquote della tassazione la Corte Costituzionale non può metere becco. La questione sta tutta qui.L'art. 53 della Costituzione dice che  tutti  cittadini debbono contribuire alle spese pubbliche in relazione alle proprie capacità contributive. L'articolo non dice affatto quale debba essere questa misura ma fa chiaramente capire che deve salire in proporzione al maggiore reddito. Dunque maggiore reddito e maggiore tassazione. Ma quale tassazione? La Costituzione non lo dice affatto perché non pone alcun tetto. 
I diritti acquisiti verrebbero formalmente conservati. Ma di fatto, aumentando di molto la tassazione, i parassiti delle Istituzioni dello Stato sarebbero i primi a dover restituire il mal tolto a beneficio delle pensioni di molto inferiori. 
Altri soldi possono trarsi dall'abolizione dei vitalizi, che sono dei privilegi che non possono essere equiparati alle pensioni. Infatti i mandati parlamentari non possono essere equiparati ad un lavoro perché altrimenti il mandato dovrebbe essere  equiparato ad un lavoro a tempo indeterminato. Al massimo il parlamentare (ma ciò vale anche per tutti i consiglieri regionali) può avere una pensione maggiorata in proporzione ai maggiori contributi pagati durante il suo mandato. Perché la politica non può essere considerata un lavoro a vita (come purtroppo è avvenuto per molti politici che non hanno mai lavorato fuori della politica) ma un lavoro a tempo determinato. Si deve partire dal presupposto che il parlamentare (o il consigliere regionale) facesse un lavoro prima di essere eletto. E ad ogni modo, posto un tetto alla retribuzione parlamentare, la pensione dovrà tener conto di questo tetto. 
Non basta. L'abolizione delle inutili Regioni farebbe risparmiare allo Stato molti miliardi. E' stata una disgrazia l'avere affidato alle Regioni la competenza circa il servizio sanitario nazionale, con ulteriore spreco di danaro pubblico, perché i materiali degli ospedali debbono avere un costo unico, nazionale, e non stabilito dalle varie Regioni. 
E infine, come ho già detto, in altro articolo, dovrebbe essere posto un tetto massimo per le pensioni. Coloro che hanno guadagnato tanto quando erano in servizio è bene che paghino questo loro privilegio con una pensione che non sia proporzionale a quanto guadagnato mensilmente. Chi ha guadagnato tanto ha avuto modo di mettere a profitto il guadagnato. NON PRETENDA DUNQUE DI CONTINUARE A METTERE A PROFITTO ANCHE LA PENSIONE quando ormai ha il futuro dietro le spalle. Un tetto di 5000 euro netti mensili sarebbe un giusto tetto, perché con 5000 euro si può condurre una vita più che decorosa. 
E allora, con tutti questi risparmi si troverebbero i soldi da restituire a coloro che hanno una pensione che è inferiore ai 5000 euro. E ne avanzarebbero altri per le pensioni minime. E' LA POLITICA CHE CAUSA MILIONI DI POVERI IN ITALIA. Politica di magnaccia di cui bisognerebbe disfarsi portandoli ad una sorta di piazzale Loreto a testa in giù. Siamo infatti governati da bande di malfattori della politica.      

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