domenica 7 settembre 2014

NAPOLI CITTA' ZONA FRANCA DI FUORILEGGE

Una città storicamente bifronte. Da una parte una città dalle gloriose tradizioni storiche in fatto di alta cultura, con secolari centri culturali, dall'altra una città di criminali più o memo grandi (sino alla camorra). Da una parte la gloriosa Università statale Federico II e l'Università non statale Suor Orsola Benincasa. Da una parte la storica scuola napoletana della grande musica (come quella di Alessandro e Domenico Scarlatti), dall'altra la volgarità delle canzoni napoletane, che non ho mai sopportato, come anche il dialetto napoletano (ma questo è un fatto personale). Una città ove la canaglia pretende di vivere fuori della legge, dove fa parte del senso comune l'accettazione dello scippo o della rapina come fatto normale che non deve essere nemmeno perseguito. Una città dove è sempre pericoloso passeggiare anche al centro soprattutto se si è soli. Dove si è rapinati anche dell'orologio al polso. Questo è il terreno di cOltura della violenza, in cui si pretende che sia condannato un carabiniere che spara dopo avere intimato il fermo a tre giovani individui, allievi delinquenti, che pretendevano fosse normale stare in tre in uno scooter e senza casco e poi si danno alla fuga (uno dei tre era un condannato agli arresti domiciliari per rapina). Nessuna pietà per chi crede di poter vivere in una sorta di zona franca dell'illegalità e di poter impunemente violare le comuni norme dell'esistenza e chiede assurdamente l'ergastolo per il carabiniere. Per una città come Napoli occorrerebbe una zona franca al contrario: sospendere qualsiasi rappresentanza popolare e istituire un prefetto di ferro, come fu Cesare Mori per la Sicilia mafiosa durante il fascismo, con poteri speciali in modo che venga posta in stato d'assedio. Ma ciò è impossibile perché non è consentito da questa farsa di democrazia, che alleva la criminalità.  In reltà è quasi tutta la Campania che bisognerebbe mettere in stadio d'assedio, Regione della camorra.
Ha detto giustamente il giornalista Mario Giordano che quando uccide la camorra non vi sono mai testimoni, perché vige la legge dell'omertà, mentre in questo caso tutti sono testimoni. Popolo di vigliacchi. Si tenga la camorra. 
E chi volesse prendersela con me, che non scrivo sui giornali, se prenda con Vittorio Feltri e con i commentatori, che la pensano come me.

commenti
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Ragazzo ucciso a Napoli
Ma che orrore odiare
chi difende la legalità

Ingiustificabile la protesta violenta: significa tifare per la criminalità

Commento: ecco chi l'ha ammazzato

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sul Fatto Quotidiano uno tizio commentava:

Napule è mille culure
Napule è mille paure
Napule è 'na carta sporca
e nisciuno se ne importa
e ognuno aspetta a' ciorta.
Chi meglio di Pino Daniele?

(A cui è seguito il mio controcommento censurato come tanti altri:)


Il capo clan dei ROM

Quando vedi scene come quelle di napoli ti sembra di essere catapultato dentro un campo ROM.

I colori sono sgargianti ma nascondono lo sporco.

E' inutile che sia a questa gente una casa, che gli si dia un'opportunità di lavoro, gli si dia un'istruzione, gli si dia dei servizi, sono dei parassiti delinquenti che vivono alle spalle degli altri con atti criminali, omertosi e violenti.

Anonimo ha detto...

coglione chesei!

Pietro Melis ha detto...

Il bue che dice cornuto all'asino. Camorrista o filocamorrista