mercoledì 30 ottobre 2013

LINDA LANZILLOTTA: UNA MESERABILE CARRIERISTA CHE PER TUTTA UNA VITA E' PASSATA DA UN PARTITO ALL'ALTRO

Inviato a linda.lanzillotta@senato.it
Poiché non ho potuto lasciare quanto segue nel suo sito perché funziona male come il suo cervello, allora le scrivo a questo indirizzo.

Lei fa parte di un partito in disfacimento (Scelta Civica) e merita di scomparire dalla politica. Nelle sue escrescenze disoneste rilasciate come giustificazione della richiesta di un voto palese mi pare che abbia voluto distinguere il voto sulla decadenza da un voto contro la persona appellandosi al fatto che in passato, quando si è votato sulla decadenza non vi era la legge Severino. Come se questo cambiasse le cose in fatto di votazione sulla decadenza. Eppure la stessa Corte d'Appello di rinvio aveva detto che la legge Severino non era retroattiva. Dunque lei è andata anche contro la sentenza pur di portare in porto il suo odio contro Berlusconi. E dico ciò nonostante io non sia stato mai un sostenitore di Berlusconi perché appartengo dal 1993 al partito dei non votanti. Ma i disonesti come lei mi fanno schifo.  Se individui come lei fanno parte della Commissione affari costituzionali vuol dire che siamo veramente messi male. 
La Costituzione all'art. 51 dice che "tutti i cittadini ...possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive...". L'art. 97 dice che "i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge...". Orbene, mi sembra che sia chiara la distinzione tra cariche elettive e pubblici uffici, tanto più che l'art. 97 fa capire che i pubblici uffici sono organizzati dalla legge. E chi fa le leggi? Le fanno quelli che in parlamento hanno cariche elettive, essendo evidente che chi ricopre cariche elettive non ricopre pubblici uffici perché, al contrario, sono i pubblici uffici che dipendono dalle cariche elettive che organizzano i pubblici uffici. Una carica elettiva non può dunque rientrare in un pubblico ufficio se non contraddicendo la sua veste di carica elettiva. Pubblici uffici rivestono invece i magistrati, che non sono eletti ma diventano tali per avere superato un concorso. E' dunque strano che chi riveste un pubblico ufficio possa determinare la decadenza di chi riveste una carica pubblica. Ora, se Berlusconi, come dicono le sentenze sino alla Cassazione, è stato interdetto dai pubblici uffici, da che cosa è stato interdetto? DA NULLA. Infatti come senatore non riveste un pubblico ufficio. Qualcuno mi può rispondere? Ma senza dirmi che di fatto anche le cariche elettive possono intendersi come pubblici uffici. Non è così. Altrimenti si va contro la Costituzione.  Noto poi che nonostante la legge Severino sia stata dichiarata non retroattiva dalla stessa Corte d’Appello di rinvio ci si è intestarditi nella giunta del Senato a ritenerla retroattiva e per di più si sono volute cambiare le regole in corso di gioco pretendendo il voto palese invece di quello segreto. Questo è solo odio e non giustizia. Per questo, pur continuando dal 1993 ad appartenere per il futuro al partito di maggioranza relativa (quello dei non votanti) ritengo che il PD significhi solo partito della Disonestà (o della Disgrazia). E il voto in giunta è passato a causa del suo voto. Dunque è bastato un solo voto in più (7 contro 6) per stabilire chi avesse ragione, mentre in questi casi vi dovrebbe essere una maggioranza qualificata di 2/3. Giustizia da lotteria anche in questo caso. Che schifo. Con il PD (Partito della Disonestà o della Disgrazia) non vi sarà mai una riforma dell’ordinamento giudiziario. Ho un solo suggerimento da darle. Di sparire dalla politica e anche dalla vita perché individui come lei sono la morte della giustizia. Ripeterò quanto scritto nel mio blog 
Ex comunista, socialista e rutelliana

Lanzillotta,
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