mercoledì 21 agosto 2013

UNA SOLUZIONE CONTRO GLI INVASORI

Cambiare la legge Bossi-Fini trasferendo il reato di clandestinità (che essa prevede) in reato punibile con il carcere per quelli  che assumono (naturalmente in nero) questi invasori, spesso a danno della mano d'opera italiana. Gli invasori non avrebbero via di scampo. Girerebbero da disperati e sarebbero costretti ad andarsene perché non avrebbero mezzi di sussistenza. Bisognerebbe anche proibire alle varie associazioni come la Caritas di assisterli. Isolarli completamente. Per sopravvivere questi invasori dovrebbero rubare o entrare nella malavita organizzata. L'unica conseguenza negativa è che bisognerebbe allora costruire nuove carceri. Dove però dovrebbero essere costretti ai lavori forzati. Di fronte a questa prospettiva il tam-tam arriverebbe in tutti i Paesi da cui giungono gli invasori. E allora capirebbero che qui morirebbero di fame o finirebbero in galera.       

4 commenti:

DiegoF ha detto...


sono d´accordo...

Unknown ha detto...

Salve a tutti, ovviamente concordo su tutta la linea.
Stavo cercando un contatto del prof. Melis prima di tutto per fargli i miei complimenti, in secondo luogo per chiedergli perché non fondi un partito/movimento politico: forse sarò un po’ ingenuo o idealista ma penso che con le sue idee prenderebbe molti voti e potrebbe avere l’occasione di salvarci dal diventare una provincia dell’impero islamico.
Qualcuno sa come possa contattarlo?

Il mio indirizzo email è paul___kay@hotmail.com

Grazie a chiunque risponda.

Pietro Melis ha detto...

Già nel 1989 fondai la lista elettorale in Sardegna chiamata "Difesa del lavoro contro le immigrazioni clandestine". Utilizzavo il titolo dell'allora legge Craxi. Mi piovvero addosso da tutta la stampa, locale e nazionale, accuse di razzismo da una massa di deficienti. Il popolo bue non capì e il risultato fu lo 0,4% dei voti. Capendo di non poter fare da solo fondai la Lega Sarda e chiesi il collegamento con la Lega Lombarda, poi LEGA Nord. Ma Bossi, che accettò, impose come simbolo nei manifesti quello della Lega Nord con Alberto da Giussano. Gli feci presente che in Sardegna non era possibile presentarsi con il simbolo della Lega Nord e che sarebbe stato conveniente conservare il simbolo della Lega Sarda (albero stilizzato del Giudicato d'Arborea del XIV secolo). Si sarebbe potuto aggiungere in piccolo, come occhiello in basso, il simbolo della Lega Nord per evitare di dover raccogliere firme. Ma non mi diede ascolto nonostante gli avessi fatto presente che il simbolo della Lega Nord avrebbe dato l'impressione che la Lega Nord volesse colonizzare e sfruttare elettoralmente la Sardegna. Aggiunsi, parlando con Mario Borghezio, che tramite la Lega Nord Piemonte si sarebbe potuta giustificare un'alleanza economica della Sardegna con il Piemonte rinverdendo il ricordo del regno sardo-piemontese. E Borghezio ne rimase entusiasta. Ma purtroppo i sardi, parassiti abituati ad essere mantenuti dal governo centrale, ebbero paura del federalismo, che vedevano come il fumo negli occhi. E il simbolo della Lega Nord accentuava la paura che con il federalismo venissero a mancare i soldi provenienti da Roma per mantenere anche una casta di politici sardi ignoranti e incapaci (80 consiglieri regionali per una popolazione di appena un milione e 600 mila abitanti) che intendevano l'autonomia regionale come diritto di mangiare con i soldi degli altri, cioè del nord. Alle elezioni politiche del 1992 la lista Lega Sarda-Lega Nord (ma purtroppo con il simbolo della Lega Nord nei manifesti) ottenne lo 0,qualcosa. Io a Cagliari, come candidato al Senato, ebbi appena 500 voti. Nelle successive amministrative la Lega Sarda-Lega Nord (sempre con il simbolo della Lega Nord nei manifesti) ebbe l'1,1% a Quartu S'Elena (la terza città della Sardegna per popolazione) con un massimo del 3,3 in un paese della provincia di Cagliari. Questa mia esperienza politica ebbe fine nel 1994 quando Bossi rinunciò ad espandersi nel centro sud, visto il risultato negativo. In effetti io non son mai stato un federalista. Anzi, oggi ritengo che, oltre che le province, anche le Regioni (intendo dire i Consigli Regionali) dovrebbero essere abolite, pur ritenendo sia giusto che una Regione ricca del Nord abbia il diritto di tenersi i soldi in casa propria senza doverli regalare ad altre Regioni (in cui i Consigli Regionali dovrebbero essere sostituiti da rappresentanti del governo centrale). Si risparmierebbero miliardi chiudendo i centri regionali del parassitismo politico. SEGUE

Pietro Melis ha detto...

A me interessava l'alleanza con la Lega Nord solo al fine di contrastare l'invasione che stava avvenendo dall'Africa e dall'Asia. Ma nemmeno la Lega Nord è riuscita a combinare qualcosa di concreto. Forse a causa dell'impedimento che veniva da altri partiti della stessa coalizione, a cominciare da Casini e dal traditore Fini(to). Io ho fatto la mia parte, anche scrivendo su questo argomento nei miei ultimi libri. Anche nell'ultimo intitolato E GIUSTIZIA INFINE FU FATTA. SETTE GIUDICI UCCISI IN SETTE GIORNI. Sta per essere annunciato dai distributori nazionali ma è già annunciato nella catena delle librerie Feltrinelli. Alla mia età non si ha più l'entusiasmo e l'energia per ricominciare da capo. Si muovano i giovani, che hanno interesse a non essere sopraffatti dagli invasori. Io a questo punto me ne posso anche fregare. Le giovani generazioni, se votano per la falsa sinistra, debbono sapere solo che, da incoscienti masochiste, votano contro se stesse. Saranno vittime sacrificali del mito disonesto della società multiculturale e multirazziale. E saranno ancor più responsabili di un futuro peggiore. Di un'Europa preda oltre tutto dell'invasione islamica e del ricatto del terrorismo islamico.