domenica 30 giugno 2013

MARGHERITA HACK: QUALI MERITI SCIENTIFICI? QUALI SCOPERTE HA FATTO?

Più che una grande scienziata, tranne che qualche esperto mi dimostri il contrario, la Hack fu una grande, se pur assai ripetitiva, divulgatrice scientifica, ma navigante in molteplici contraddizioni. Una volta, ero ancora ragazzo, tenne una conferenza sull'origine dell'universo nell'aula magna delle Facoltà di Lettere e Magistero. Naturalmente, come ovvio, disse che l'universo aveva avuto origine dal Big Bang. E sin qui nulla da eccepire. Iniziato poi il il dibattito le domandai: E PRIMA DEL BIG BANG? Rispose: la domanda è priva di senso. Purtroppo ancor oggi vi sono grandi scienziati, come il famoso studioso dei buchi neri Stephen Hawking, che ritengono che questa domanda sia priva di senso. Hawking dice che tale domanda equivale a domandarsi che cosa vi sia a nord del polo nord (L'universo in un guscio di noce). Ultimamente Hawking ha scritto un libro in cui ha avanzato la tesi paradossale che l'universo abbia avuto origine dal nulla (ma si tratta di un falso nulla in quanto dice che in origine vi era uno spazio, senza specificare se questo spazio fosse vuoto o contenesse energia). Hawking, in sostanza ha voluto dire che il Big Bang sia stato un fatto casuale, e dunque casuale anche la formazione dell'universo. Ho sempre condotto letture di cosmologia, pur non essendo un fisico. E dunque conosco i vari modelli cosmologici che sono stati avanzati in base alla teoria del Big Bang, modelli riassunti nelle tre ipotesi del russo Alexander Friedemann: 1) L'universo, raggiunto il massimo dell'espansione, sarà costretto a contrarsi perché, esauritasi la forza di esplosione del Big Bang, incomincerà a prevalere la forza di gravitazione, che porterà l'universo ad IMPLODERE su se stesso in una massima concentrazione che coincide con il Big Crunch. E' questa una ipotesi fatta propria da molti scienziati, come, in Italia, Antonino Zichichi (Il vero e il falso. Passeggiando tra le stelle e a casa nostra). Questa prima ipotesi presuppone che nell'universo vi sia tanta materia da far prevalere la forza di gravitazione. 2) la seconda ipotesi presuppone che la forza di esplosione sia tanto grande da equilibrare la forza di gravitazione, per cui l'universo continuerà ad espandersi illimitatamente. Questa ipotesi è paragonabile alla situazione di un satellite artificiale della Terra la cui  forza di lancio equipari ed annulli la forza di gravitazione, per cui il satellite, lanciato da un razzo, si disporrà fissamente in orbita intorno alla Terra. 3) la terza ipotesi presuppone che la forza di esplosione sia di poco maggiore della forza di gravitazione e la materia, diradatasi nell'espansione, rimanga soggetta alla forza di gravitazione, per cui la velocità di espansione andrà sempre riducendosi all'infinito. In questa terza ipotesi vi è da supporre la fine dell'universo per l'esaurirsi della forza di espansione. Einstein aveva supposto, al contrario, che l'universo fosse stazionario, e per questo si era inventato una forza Lambda di repulsione della materia che contrastasse la forza di gravitazione, altrimenti l'universo sarebbe collassato su stesso. Ma l'astronomo belga Laimaitre (con l'accento circonflesso sulla prima i), che era un prete, anticipò l'ipotesi che l'universo non fosse stazionario ma in espansione. La sua ipotesi fu verificata da Hubble nel 1929 perché verificò che lo spettro della luce si spostava verso il rosso (effetto Doppler). Dunque le stelle si allontanavano rispetto al punto di osservazione che è la Terra. Ma l'errore di Einstein nel supporre che l'universo fosse stazionario si risolse in una sua vittoria perché fu accertata che effettivamente vi era una forza che contrastava quella di gravitazione universale della materia. Questa forza è oggi chiamata "energia del vuoto", che è la causa perdurante dell'espansione della materia. Con essa contrasta la materia oscura, che si suppone costituisca il 25% di tutta la materia, mentre si pensa che l'energia del vuoto (o energia oscura) costituisca il 70%, e la materia visibile delle galassie (stelle e pianeti) costituisca solo il restante 5%. 
Tutto ciò premesso, rimane la domanda: E PRIMA DEL BIG BANG? Il cattolico di ferro Zichichi, bisogna riconoscerlo, ha meriti scientifici, per le sue scoperte nel campo della fisica delle particelle, che la atea Hack non ha nel campo dell'astronomia. Certamente vi è in Zichichi una contraddizione. Mettere d'accordo le panzane della Bibbia con l'astrofisica è un'impresa impossibile. Ma il fatto è che è meglio essere schizofrenici come Zichichi piuttosto che avere avuto, come la Hack, la pretesa di offrire l'ateismo come verità assoluta.  
Margherita Hack aveva un bel dire che la domanda "E prima del Big Bang?" è priva di senso. Non è priva di senso logico. E'vero che la teoria del Big Bang ha dato spunto ai teologi per appellarsi ad un inizio assoluto dell'universo, e perciò ad una creazione divina. Per un momento lasciamo le considerazioni scientifiche e scendiamo al livello dei teologi domandando ad essi: perché Dio avrebbe creato dal nulla l'universo? Si era stancato di rimanere solo? La creazione dal nulla fu un suo improvviso chiribizzo? Già S. Agostino aveva affrontato coloro che si ponevano la domanda che cosa facesse Dio prima di creare il mondo. Ma disse in modo volutamente ridicolo, non potendo dare alcuna risposta seria: preparava l'inferno per coloro avessero presunto di rispondere a questa domanda. E' evidente che, anche ponendoci sul piano della teologia, la creazione dal nulla appare priva di significato. La creazione dal nulla fu introdotta da un filosofo ebreo, Filone Alessandrino (20 a.C-45 d.C.), che nacque e visse sempre in Egitto e non conobbe mai la Palestina. Egli, e non il cristianesimo, introdusse la creazione dal nulla, benché fosse culturalmente un neoplatonico, e pertanto non appartenente rigorosamente alla religione ebraica perché il dio del Genesi, come pochi sanno, non è un dio creatore, ma ordinatore della materia. Nella concezione ebraica erano infatti evidenti gli influssi delle cosmogonie mesopotamiche. Egualmente, per tutti i pensatori dell'antica Grecia era impossibile, perché irrazionale, pensare che esistesse un dio creatore dal nulla. Sin dalle origini del pensiero greco la materia è stata sempre considerata eterna. Il Demiurgo di Platone è trascendente rispetto alla materia (come per tutto il neoplatonismo sino Proclo) ma è coeterno con la materia. Per i filosofi presocratici, ma non per Anassagora (che concepisce un Intelletto trascendente, ma rispetto ad una materia coeterna), il discorso è diverso in quanto la divinità viene piuttosto concepita come Logos o razionalità IMMANENTE alla materia e le divinità tradizionali assumevano un significato puramente simbolico delle forze della natura (vedi, per esempio, Anassimandro, Eraclito, Parmenide, Empedocle). In conclusione, per quanto riguarda la creazione dal nulla, essa sfugge a qualsiasi ipotesi scientifica. Già S. Tomaso, maggior punto di riferimento di tutta la dottrina cristiana, aveva riconosciuto che la creazione dal nulla doveva ritenersi soltanto un atto di fede. 
Però il discorso non si conclude qui. Margherita Hack anche recentemente aveva fatto riferimento alla materia oscura e all'energia oscura. Ciò che mi stupisce (ma la cosa potrebbe dipendere dal fatto che mi sia sfuggito) è che non l'abbia mai sentita parlare di multiverso o universi paralleli. Perché ormai la teoria del Big Bang, che era il cavallo di battaglia dei teologi, sembra superata dall'ipotesi che l'universo visibile sia soltanto uno degli universi esistenti. Anche se scrivere o parlare di universi paralleli sembra contraddittorio. Infatti l'universo è il tutto, e dunque l'uso al plurale del temine "universo" sarebbe illogico. Ma poiché gli scienziati continuano a scrivere e a parlare di multiverso o universi paralleli, io mi sono adeguato al loro linguaggio. 
Il Big Bang allora cesserebbe di essere l'inizio di tutto l'universo (l'espressione "tutto l'universo" dovrebbe sostituire il pluriverso) perché sarebbe un episodio del tutto marginale all'interno del pluriverso. Vedere su questo argomento il bel libro di Alexander Vilenkin intitolato Un solo universo o infiniti? L'universo visibile, quello nato dal Big Bang, sarebbe stato prodotto da una CASUALE concentrazione di energia o "bolla" che sarrebbe poi esplosa. E nel multiverso accadrebbero queste casuali concentrazioni o" bolle" che darebbero origine ad altre espansioni della materia oltre l'universo visibile. 
Ora, la stessa Hack ha detto due anni fa che probabilmente si riuscirà a capire che cosa siano la materia oscura e l'energia oscura, ma non ha fatto affermazioni perentorie. E' rimasta nel campo delle possibilità. 
Come si vede, al limite della conoscenza - e la cosmologia è una scienza che sta ai confini della conoscenza - si possono formulare solo ipotesi, perché non sono direttamente verificabili. E' anche vero che la cosmologia, se rimane entro l'ambito del verificabile, tende ad escludere un disegno intelligente della natura. E tanto più lo esclude l'evoluzione biologica. 
Ciò che mi ha dato sempre fastidio della Hack è la sua supponenza, il suo porsi come bandiera di un ateismo fondato sulla scienza, quando proprio la scienza, ai confini della conoscenza, è capace solo di offrire ipotesi non verificabili. Alla Hack è mancata sempre l'umiltà, che dovrebbe essere quella stessa che ebbe Newton, dicendo che egli si era limitato a raccogliere qualche bella conchiglia in riva al mare della conoscenza. Ma dell'esistenza di questo ignoto, che sta al di là della riva, la Hack non ha mai tenuto conto. Almeno avesse detto: sono agnostica. No. Ha sempre detto: sono atea. Eppure ha anche detto che il cervello umano contiene tanti misteri che superano quelli riguardanti l'universo. Se fosse stata coerente non avrebbe dovuto essere tanto sicura del suo cervello, come non può esserlo alcun cervello umano. La Hack ha dunque avuto sempre un fastidioso atteggiamento di sfida nel suo proporre l'ateismo come bandiera vera della scienza, cadendo così in una sorta di dogmatismo. Un vero scienziato si dovrebbe dichiarare agnostico e non ateo. E infatti Darwin preferì accettare il termine che gli suggerì l'amico e propagatore del darwinismo che fu Thomas Huxley, che gli aveva detto: se ti domandano se tu sia credente in Dio, rispondi che sei agnostico. Invece la Hack ha voluto sempre proporre l'ateismo come verità assoluta. E' evidente che se si fa riferimento al dio (volutamente minuscolo) delle religioni cosiddette rivelate, questo dio è soltanto un dio ridicolo e, direi, malefico per come ha fatto la natura sulla Terra. Certamente l'ateismo della Hack ha voluto contrastare il dio delle religioni. E in ciò le posso dare ragione. Ma, come dice Amleto (nell'omonima tragedia di Shakespeare), "vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne possa immaginare la tua filosofia". Io dico che viviamo su questa Terra condannati a non avere alcuna certezza sul significato della vita. Ci scommetto che non ne ha nemmeno il papa. Anche se, per il mestiere che fa, deve nascondere le incertezze. Chi presume di averne è soltanto un fanatico. La Hack ha dimostrato, in questo senso, di essere una fanatica. Essa, per dimostrare di essere coerente, ha sempre detto di non avere mai avuto paura della morte. Beata lei! dovrei dire. E invece dico: incosciente lei se non ne ha mai avuto paura. Forse ha voluto pubblicamente mentire a se stessa. Certo è, ripeto, che non mi consta che alla Hack sia attribuibile qualche scoperta scientifica che non sia quella irrilevante di qualche stella. Se sbaglio qualcuno mi corregga. E se non sbaglio essa è stata solo una divulgatrice scientifica (ma in questo senso lo è anche un Piero Angela, che, pure, non si è mai laureato, non ha mai messo i piedi dentro un'Università se non nell'occasione di qualche laurea ad honorem).   
E ora abbandoniamo il campo della scienza per riferirci a quello della politica. Qui la Hack ha dato il peggio di sé battendosi sempre per l'equiparazione degli omosessuali a gente normale sotto la solita etichetta fritta e rifritta della cosiddetta "parità dei diritti", avendo così cancellato la distinzione tra il culo e la vagina. Essa è stata portavoce di una falsa sinistra che ormai, avendo perso il riferimento alla classe operaia, è diventata la portavoce degli sbandati, dei frichettoni, dei drogati, degli omosessuali, degli immigrati (clandestini e non). E una scienziata che si fa portavoce di un simile caos politico non può definirsi una persona seria. E, pur di partecipare alle gare atletiche nella sua specialità del salto in alto e in lungo, si iscrisse al partito fascista. 
Sono tuttavia costretto a riconoscerle un merito: di essere stata sempre una vegetariana ed amante degli animali. Soltanto in ciò ha dimostrato una coerenza di vita. Tale che posso perdonarle (ma sino ad un certo punto) tutto ciò che ho scritto contro di lei. Essa fu però fortunata per essere nata da genitori vegetariani, per cui, se è vero ciò che ha sempre dichiarato, è stata vegetariana sin da neonata. Ha dichiarato che le piacevano soprattutto le uova fritte. Ma non sapeva che i fritti fanno male e che con le uova non bisogna esagerare, essendo consigliato di non mangiarene più di due due volte la settimana, e non fritte ma al forno o bollite nell'acqua? Ad ogni modo il suo essere giunta all'età di 91 anni senza avere mai mangiato carne (se è vero)  dimostra che si può vivere in salute e a lungo senza avvelenare il corpo con una sostanza cancerogena quale è la carne. E la Hack è qui in buona compagnia di Umberto Veronesi, che, animalista anche lui e vegetariano, ha sempre detto che la carne è cancerogena. Soprattutto se si tiene conto di come vivono in sofferenza e di come vengono nutriti negli allevamenti industriali di morte i poveri animali, che per essere sottratti a malattie nelle terribili stalle, costipati in poco spazio per ciascuno, dove vivono senza vedere la luce del sole, debbono essere sottoposti ad antibiotici per uso veterinario. E così chi mangia carne si prende anche una buona dose di antibiotici per uso non umano. Concludo con una riflessione: da dove trae la mucca, anche se pascola liberamente in un prato, tutte le sostanze di cui ha bisogno? Da dove trae il calcio che ha abbondantemente nel suo latte? Dall'erba. E allora che bisogno vi è per l'uomo di bere latte pensando ignorantemente, secondo la propaganda nefasta anche dei medici, che in questo modo l'organismo umano assorbirebbe con il latte il calcio di cui ha bisogno? Si vuole continuare ad ignorare che l'organismo umano non ha l'enzima che serve ad assorbire il calcio della caseina, che pertanto si deposita nelle arterie producendo delle ostruzioni? Bando dunque al latte, che per le ossa umane è solo un veleno. Questo l'avea detto anche una dietologa, circa due anni fa in una trasmissione di Elisir (condotta da Michele Mirabella). Questa dietologa, dopo  aver precisato che il calcio del latte veniva respinto dalle ossa, aveva salvato solo la ricotta magra e lo yogurt magro. Si noti che l'uomo è l'unico mammifero che dopo lo svezzamento beva latte di altri animali. Ciò dovrebbe far pensare.          
                   
                                   

2 commenti:

Anonimo ha detto...

A M.H. va anche il merito, considerato lo spazio mediatico a lei dedicato, di far riflettere anche i più giovani sulle questioni più scomode al mondo, vale a dire interrogarsi sulla finitezza del nostro corpo, della nostra vita, sul tempo, sul dopo morte. Spesso considerata negativamente dalla Chiesa, almeno le sue dichiarazioni hanno fatto riflettere sia i credenti che i non.

La sua figura è stata spesso usata per fini politici. Ad esempio ieri il giornale "Il Fatto Quotidiano" titolava "Addio a M.H., famose le sue prese di posizione su Berlusconi". Non sono nuovi i vari giornali ad elogiare personalità per le loro prese di posizione in politica, invece che per altri meriti relativi ai loro mestieri. Il consenso e la ricerca di audience si basano anche su ciò.
M.H. apparteneva a coloro che la sinistra oggi loda, ma scavando sul loro passato emergono aspetti tutt'altro che in armonia col loro presente, almeno con gli aspetti del presente che vengono dai media descritti. Già, si veda qui: http://radiospada.org/2013/06/29/nel-1941-margherita-hack-giuro-fedelta-al-fascismo/

Volevo chiederle cosa ne pensasse di quei sardi che superano la soglia dei 100 anni. Oggi a Rai 3 c'era un documentario su un uomo di Desulo deceduto a 107 anni (http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2011/01/20/news/addio-a-tiu-boreddu-1.3337965). Egli, in sardo, descriveva i patimenti che aveva sofferto, rimarcava il fatto che un ragazzino sardo oggi nemmeno immaginerebbe cosa 95 anni fa un suo coetaneo doveva fare per campare, a Desulo. Molti anni trascorsi nella fatica, ed io immagino cibandosi prevalentemente di pietanze quali formaggi o prodotti caseari, pane, qualche ortaggio, qualche frutta, carni.
Io ho pensato a quanti altri hanno vissuto così. E quanti di essi hanno raggiunto età invidiabili. Mi sono chiesto, dunque, se non fosse tanto il non mangiar carne a rendere particolarmente longeva la vita, quanto il vivere (sebbene con molte fatiche per quanto riguarda il personaggio che ho appena citato) a contatto con la natura, senza inquinanti nell'aria e nell'acqua, senza industrie o scarichi inquinanti nel vicinato, svolgendo quotidianamente attività motoria, in un ritmo quotidiano comunque scandito e lento, privo di frequenti ed eccessive ansie, cibandosi di carni di animali cresciuti in modo più sereno e all'aperto, animali cresciuti con mangimi naturali, non stressati.

Pietro Melis ha detto...

So del padre di un mio conoscente (abitante tra Barumini e Gergei) che faceva il pastore e morì pochi anni fa a 101 anni. Domandai al figlio che cosa avesse mangiato nella suavita. Mi rispose che a 80 anni aveva iniziato a mangiare solo verdure. I casi contrari sono evidentemente dovuti a fattori ereditari così forti da contrastare con il DNA le conseguenze negative di certi stili di vita, comprese le tradizioni elementari. Infatti si tratta di casi rari. E'noto che i centenari in Sardegna sono localizzabili soprattutto nell'Ogliastra.