lunedì 20 maggio 2013

VI SONO PIU' COSE IN CIELO E IN TERRA, ORAZIO, DI QUANTE NE SOGNI LA TUA FILOSOFIA (SHAKESPEARE, AMLETO)

Così ho scritto nel blog di Odifreddi (Il non senso della vita, dentro il quotidiano La Repubblica)

profpietromelis_01 19 maggio 2013 alle 02:06
Bisogna arrivare oltre i 95 anni per sapere se si sia sazi di vivere? Io credo che non si sia mai sazi tranne che motivi di sofferenza abbiano più forza sull’istinto animale di sopravvivenza. Da un mese un 96enne prende l’autobus e fa visita ogni giorno al fratello di 93 anni ricoverato in un centro di assistenza perché colpito da ictus, ma lucido di mente anche se può dire qualche parola ed è nutrito con il sondino stando bloccato a letto. Dunque in lui prevale l’istinto di sopravvivenza. Io dico da sempre che l’unico rimedio contro la morte è…non nascere. Oltre tutto non sarei costretto a vivere in un mondo senza certezza di risposte alla domande che stanno ai limiti della conoscenza. Chi conosce la verità sull’universo scagli la prima pietra. Io sono un animale e dunque solo per questo sono soggetto all’istinto di sopravvivenza. La vita sembra un bene solo perché, una volta nati, la morte appare il peggiore dei mali (Thomas Hobbes, De cive, I). Leggete la Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci per illuminarvi la mente. A che serve nascere se la vita è un passaggio dal nulla alla al nulla? Solo per gli animali non umani la vita ha un senso perché non si pongono la domanda “che senso ha la vita?”. “Meglio era sposar te bionda Maria, meglio oprando obliar, senza indagarlo, questo enorme mister dell’universo” (Carducci, Idillio Maremmano). Lasciate che i credenti non si disperino come me. Non togliete loro questo diritto. Non hanno chiesto essi di nascere. Io vivo da qualche anno da disperato.

  • giuseppe.piacesi 19 maggio 2013 alle 03:06
    @profpietromelis_01 19 maggio 2013 alle 02:06
    ” Io vivo da qualche anno da disperato”
    almeno lei ha il “coraggio” di dirlo, molti si vergognano come se la disperazione fosse eticamente riprovevole : roba da deboli e non da uomini duri e coraggiosi, come si vorrebbe/dovrebbe apparire, secondo gli usi e costumi vigenti.
    Ma non credo che la sua sia una vera disperazione: il disperato vero invoca la morte come una liberazione e lei non lo fa, ma cerca di mantenersi alla distanza di sicurezza dalla morte. Lei spera in qualcosa di indefinito, di indefinibile, ma, in fondo, lei spera : non sa in che cosa, ma spera e s’incavola, “rodendosi il fegato” per questa speranza che appare insensata, vuota e “stupida”.
    Il pessimismo eccessivo, come l’ottimismo eccessivo son due umani errori opposti, secondo me.
    Io non sono diverso da lei, circa la paura e, per “consolarmi”, penso che sia poco probabile il morire proprio ora o tra mezz’ora o ’sta notte… e vedo che ’sta cosa, un po’, funziona: non la butto via, quando ci cado dentro col pensiero.
    Nato dal niente, ma nato : il niente vero sarebbe stato quello di non essere mai nato. :)
    Ci sono centenari lucidi di mente che raccontano le barzellette : come facciano non lo so, ma li ho sentiti.
    Eppure… qualcosa che potrebbe prevalere sulla morte dei consapevoli viventi ci dovrebbe essere nell’immenso universo: una memoria concreta che si mantiene materialmente… chissà. Non oso, ovviamente, proseguire oltre, ma val la pena indagare.


    Caro Pietro, non disperare mai, Dio Ti ama molto più di noi e molto più di quanto Ti ami Tu stesso.Su col morale, la vita è un giuoco. Se De Duve, risvegliatosi ancor vivo fuori del corpo, ha detto a Dio: “Ops, mi scusi Signore, mi son proprio sbagliato, non l’ ho fatto apposta!” Lui ridendo, l’ ha perdonato. Al massimo 2-300 anni di Purgatorio, tanto passano veloci.

  • Caro Piacesi
    ieri notte mi è capitato di ascoltare su Rai1 una trasmissione su Gustavo Rol, che già conoscevo di fama e su cui avevo già letto alcuni articoli nella mia giovinezza, quando acquistavo riviste come Il giornale dei misteri e Arcana.  Vi erano due signore intervistate che raccontavano storie stupefacenti. Piero Angela cercò di far passare Rol per un prestigiatore. Ma era un prevenuto. Se sono vere le testimonianze di illustri personaggi, come Kennedy (che a Torino incontrò Rol che gli predisse la morte cruenta tra il sangue l'anno prima), quelle di Einstein, di De Gaulle, dei registi Zeffirelli e Fellini, oltre che di tanti altri, vi è da rimanere stupiti. Le racconto alcuni episodi. Un nazista stava per far fucilare alcuni partigiani e Rol disse al comandante del plotone: "Facciamo una scommessa. Se io le dico che cosa contiene un cassetto della sua scrivania nella sua casa di Berlino lei salva la vita di questi uomini". Il nazista prese la cosa per scherzo e accettò la scommessa. Ma Rol gli disse esattamente che conteneva quel cassetto. Il nazista rimase di pietra e salvò la vita dal plotone di esecuzione già pronto a sparare. Il sindaco del paese dedicò una strada alla memoria di Rol in ricordo della salvezza di quei partigiani. 
    Come spiegare un fatto simile? Notare che Piero Angela ("Viaggio nel mondo del paranormale", scritto dopo una serie di trasmissioni televisive) sbagliò accusando Rol (ancora vivo) di fare ricorso a dei trucchi facendo ripetere alcuni "esperimenti" da noti prestigiatori con il gioco delle carte, come Silvan.  Ma Rol non toccò mai le carte. Le faceva toccare da altri. Un altro noto prestigiatore, Tony Binarelli, sconfessò Angela dicendo che non aveva scoperto alcun trucco in ciò che Rol faceva. Una volta disse ad un ospite:vada a comprarmi due mazzi di carte. Questo tornò con i due mazzi chiusi in celofan. Rol gli disse: "Si metta in tasca uno dei due mazzi senza aprirlo e dall'altro scelga una carta a piacere. Poi  scriva una frase nell'aria e apra il mazzo di carte chiuso che ha nella tasca e prenda da esso la stessa carta che ha scelto dal primo mazzo".  Tra lo stupore di tutti su quella carta presa dal mazzo rimasto prima chiuso e corrispondente alla stessa carta scelta (supponiamo il 5 di fiori) si trovò impressa la frase che era stata scritta nell'aria. Un'altra volta disse ad un tale: "vada a prendermi un libro qualsiasi dalla biblioteca e me lo porti". Quel tale prese un libro di poesie in tedesco del poeta Holderlin. "Mi apra una pagina qualsiasi del libro", disse Rol, che non conosceva il tedesco. Rol, senza toccare il libro e standone lontano, recitò in tedesco una poesia di Holderlin e precisò a quale pagina il libro era stato aperto. Rol nella sua "filosofia" diceva che l'uomo ha due anime, uno "intelligente" (terrena) e l'altra divina. Egli negava di produrre fenomeni paranormali dicendo che faceva tramite con Dio. Lasciamo perdere la sua "filosofia". A me interessa sapere quale atteggiamento debba prendere un ateo "impenitente" di fronte a fenomeni che non possono essere spiegati scientificamente. Mi immagino Odifreddi arrampicarsi sugli specchi per trovare un trucco nel caso citato dei due mazzi di carte. 

    Legga tanti altri episodi nel blog curato (se non ricordo male) dal figlio di Rol      

    Gustavo Rol

    www.gustavorol.org/
    Il più importante sensitivo del XX secolo. Poteva leggere nel pensiero, materializzare oggetti dal nulla, prevedere il futuro. Amico di grandi personaggi come ...

    1 commento:

    Sergio ha detto...

    "io vivo da anni disperato."

    Ci siamo ritrovati in questo mondo senza volerlo. Il mondo è un posto pieno di delizie ma anche orrendo.
    Prevale la bellezza o l'orrore? Difficile dirlo (a me sembra che il dolore sia troppo e che la bellezza - che dovrebbe salvare il mondo secondo Dostoevskij - non costituisca un giusto e valido contrappeso).
    Eppure è alla bellezza e alla bontà e generosità che dobbiamo appellarci per resistere.
    Siamo immersi nell'Essere, non possiamo osservare l'Essere dall'esterno e capirne lo sviluppo (per i credenti il piano di Dio).
    Ma possiamo sempre interrompere il viaggio, scendere, se non ci piace più, se lo schifo è troppo (Michelstädter è stato coerente). Se invece resistiamo è perché qualcosa ci tiene ancora legati a questa vita
    (Alberto Savinio: "I desideri sono le gòmene della vita"). Io per esempio non voglio abbandonare i miei gatti.