martedì 16 aprile 2013

PRIMO LEVI: SE QUESTO E' UN UOMO. ANCHE SE ASSASSINO. COME LO FU LEVI

Ho ampiamento demitizzato in un mio libro (Io non volevo nascere), sulla base di una approfondita documentazione) la guerriglia, e non guerra, partigiana messa in atto con atti proditori ed efferati, da mosche cocchiere della Resistenza, fatta in realtà dagli angloamericani (anche con bombardamenti su popolazioni civili e su palazzi che non avevano alcuna importanza dal punto di vista tattico e strategico, ma con l'unica intenzione di terrorizzare la poplazione). In realtà coloro che parteciparono alla guerrigli partigiana non furono più di 25.000. La popolazione, dopo il '43, rimase completamente passiva, con un esercito regio allo sbando e la popolazione della R.S.I. anch'essa passiva. Mentre l'esercito della R.S.I. era formato o da giovani che ancora credevano negli ideali del fascismo o da giovani che erano stati costretti ad arruolarsi perché era prevista la pena di morte per i renitenti.    Ho documentato nel mio libro come tutte le stragi, da quella delle Fosse Ardeatine a quella di Marzabotto, furono causate da azioni proditorie dei partigiani. 
Mi fa dunque piacere che uno storico ebreo e onesto come Sergio Luzzatto abbia avuto il coraggio di demitizzare la figura di Primo Levi. Che morì suicida buttandosi nella tromba delle scale. Rimase famoso per il libro Se questo è un uomo
   Vi è da domandarsi come mai Primo Levi sia riuscito a scampare dalle asserite camere a gas di Auschwitz. Egli spiegò che gli fu risparmiata la vita perché aveva delle competenze come chimico. Come se i nazisti avessero bisogno delle sue competenze e non ne avessero anche di migliori. Ma lasciamo perdere questo discorso, che mi porterebbe sul tema del negazionismo, essendomi io sempre dichiarato un dubitazionista sino a quando non verrà permesso un dibattito pubblico tra affermazionisti e negazionisti, che, invece, vengono perseguitati, se non arrestati o uccisi. E qualche ebreo italiano, come il fanatico liberticida Riccardo Pacifici, capo della comunità ebraica di Roma, vorrebbe introdurre anche in Italia, come in Francia, in Germania e in Austria, il reato di negazionismo. Visto che gli Stati sopra menzionati hanno avuto bisogno di ricostruirsi una verginità storica il Pacifici vorrebbe che nello stesso modo se la ricostruisse anche l'Italia.  
    Si è sempre taciuto dell'episodio di Levi assassino che uccide due ragazzi all'interno di dispute tra partigiani. Non furono uccisi da nazisti. Furono uccisi da altri partigiani. Responsabili anche della morte dei fratelli Cervi. Anche ciò ho documentato nel mio libro. 
Riporto ora un articolo trato dal quotidiano Libero. 

Gad Lerner non ha digerito il nuovo libro dello storico e autore della Einaudi, Sergio Luzzatto. La discordia nasce sulla figura di Primo Levi. Nel saggio di Luttazzo, Partigia. Una storia della resistenza, l'intellettuale e scrittore di origine ebraiche viene tirato in mezzo su una pagina oscura del suo passato. Luzzatto racconta del Primo Levi partigiano che nell'autunno del 1943 poco prima della sua cattura e deportazione partecipa all'esecuzione della condanna a morte di Fulvio Oppezzo, 18 anni, e Luciano Zabaldano. Due giovani che avevano violato le regole degli antifascisti e per questo erano stati "regolati" a Cerrina, nel Monferrato, con una mitragliata alle spalle. A far parte di quella squadra della morte, secondo quanto racconta Luzzatto c'era anche lo stesso Primo Levi.

Offesa alla memoria - Per Gad Lerner il testo di Luzzatto è un offesa inaccettabile per la memoria dello scrittore italiano. Così con un articolo di fuoco apparso sulle pagine di Repubblica, Lerner attacca Luzzatto. "Mi forzo a scrivere per interrogarmi sulla natura dell’ossessione di Sergio Luzzatto che quell’episodio drammatico lo scruta in più di trecento documentatissime pagine; traendone un volume edito da Mondadori perché la casa editrice torinese che fu di Primo Levi non se l’è sentita di pubblicarlo: Partigia. Una storia della Resistenza.

Ossessione per Primo Levi -  "Mi permetto di adoperare il termine 'ossessione' sapendo che l’autore non si offenderà perché lo scrive due volte egli stesso per motivare la spinta a un’indagine che non ha molto da rivelare sul piano storico – le atrocità della Resistenza come guerra civile sono già dissodate - sollecitandoci invece a una discutibile revisione iconografica e sentimentale". Lerner non accetta il revisionismo storico di Luzzatto e parla di una vera e propria "ossessione" dell'autore per l'intellettuale della shoa. "Luzzatto dichiara, testuale, 'un’altra mia ossessione' per la figura di Primo Levi. Quasi che un impulso morboso lo spingesse a misurare fino a dove giunga la sua capacità di 'devozione civile' e di 'venerazione letteraria' per il testimone, l’intellettuale rigoroso, lo scienziato che attraversato l’inferno non smette di ammonirci: scegli il raziocinio, diffida dalla visceralità anche nella scrittura".
Le regole della guerra -  Quell'episodio che vede Primo Levi far parte di un commando che deliberò l'uccisione di due ragazzi sembra per Lerner un'ombra da rimbalzare nella notte della storia. Ma dal testo di Luzzatto la figura dello scrittore e dell'intellettuale non esce rideminsionata nè sminuita. Durante la guerra, anche quella civile consumata in Italia tra il 1943 e il 1945, ci sono leggi non scritte. Ordini da eseguire senza fiatare. Il rifiuto può costare la morte. "Mors tua vita mea". Questa la legge che regna nelle pieghe di ogni conflitto. Piccolo o grande che sia. Primo Levi ha eseguito un ordine. Nulla di più. La storia lo sa. La letteratura pure. Con buona pace di Gad Lerner. 
    
La polemica

Lo scandaloso Gad Lerner:
"Vietato dire che Primo Levi
fucilò alla schiena 2 ragazzini"

Il giornalista critica il saggio di Luzzato che ricorda un episodio del '43, quando l'intellettuale partecipò a una doppia esecuzione

Gad Lerner

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