domenica 3 aprile 2011

DIO E L'UNIVERSO

Ho ascoltato alla TV2000 vari interventi organizzati dalla Specula Vaticana sul tema L'universo e Dio. Purtroppo hanno sortito l'effetto contrario confermando il mio agnosticismo (non ateismo). Non sopporto infatti i discorsi che continuano a parlare di Dio come amore. Hanno mai i teologi riflettuto sulla dura e spietata (dal punto di vista umano) selezione naturale? Per essa è passata anche la specie umana dall'australopithecus al sapiens sapiens. E quando sarebbe sorta l'anima immortale in questa evoluzione? Tutti gli intervenuti hanno taciuto su questi aspetti. E se fosse prevalsa l'antimateria sulla materia quale altra configurazione avrebbe avuto l'universo visibile nato (in ipotesi) dal Big Bang come episodio marginale in un numero indefinito di universi oltre quello visibile nel pluriverso? Troppo comodo affermare l'esistenza di un disegno divino che trascende la CASUALITA' determinante dell'evoluzione dell'universo e della vita sulla Terra. La casualità non può andare d'accordo con un disegno intelligente. Ma a parte tutto ciò per me rimane la questione fondamentale. A CHE SERVE CREDERE IN DIO? A salvarsi l'anima? Allora un uomo non credente che non faccia del male ad alcuno essendo un uomo giusto non potrebbe avere alcun merito di fronte a Dio? Eppure disse Giovanni Paolo II che basta essere giusti per salvarsi l'anima. Pertanto io non capisco proprio a che serva credere in Dio. Forse, come diceva Voltaire, per mettere il morso all'uomo come ad un cavallo inducendolo ad avere timore di Dio per evitare il male. Per questo aggiunse Voltaire che, se Dio non esistesse, bisognerebbe inventarlo. Serve soltanto per giustificare l'ordine pubblico in uno Stato? O serve soltanto alla Chiesa per continuare nel suo proselitismo al fine di continuare ad avere un potere sugli uomini altrimenti non si giustificherebbe alcuna istituzione religiosa? O teologi! Rispondete a queste obiezioni altrimenti i vostri discorsi saranno sempre aria fritta. Ma voi non avete argomenti. Ha scritto Kant (Critica della ragione pratica) che l'azione morale non sarebbe più tale (cioè autonoma) se la legge morale fosse dettata da un'autorità divina perché in tal caso l'azione non sarebbe autonoma (cioè disinteressata) ma eteronoma (cioè opportunistica). Dal momento in cui si compia un'azione ritenuta morale perché imposta dall'esterno (da Dio) l'azione non sarebbe più morale. Dio è al massimo una conseguenza, non la premessa, dell'azione morale secondo Kant. E ritornando all'evoluzione biologica fondata sulla spietata legge della selezione naturale dico che, se Dio esistesse, sarebbe il Dio di Jago, che nella famosa aria dall'Otello di Verdi canta: CREDO IN UN DIO CRUDELE. Altro che dire, come il papa, che Dio è amore (enciclica Deus caritas est). Ma per favore.

2 commenti:

Giancarlo MATTA ha detto...

Egregio Professore, mi complimento per i Suoi scritti.
Ho visto oggi il suo "sito" e -in linea generale- condivido le Sue affermazioni, specialmente quelle relative alla barbarie musulmana che ci affronta. Forse con tante persone come Lei ci sarebbe più speranza per il futuro d'Italia.
Cordiali Saluti. Giancarlo MATTA

Fabrizio ha detto...

salve professore
casualmente sono capitato nel suo blog, e ho cominciato a leggere tutti i suoi articoli!!! uno ad uno per ore senza sosta....
sono affascinato da come pensa...raramente si trovano persone come lei!!
sicuramente comprerò in questi giorni il suo libro!!

distinti saluti
Fabrizio Sabella