martedì 7 dicembre 2010

CHE CI STANNO A FARE I TEATRI? SOLDI PER LA RICERCA

So che questo titolo può sembrare provocatorio ed inaccettabile, se non scriteriato. Ma attenzione. Scrive uno che sin da ragazzo ha frequentato le sale da concerto e i teatri lirici (anche se meno, non essendo appassionato di lirica, e tanto meno del melodramma italiano, mentre è un "fanatico" ascoltatore delle opere di Wagner). Però ho sempre sofferto ascoltando le mie musiche preferite in una sala da concerto. Mi sono sempre sentito compresso, legato alla poltrona, impedito di accompagnare con la mia voce i passi migliori, di canticchiare e, qualche volta, di accompagnare con il canto la musica che ascoltavo. Ho sempre preferito ascoltare in casa la musica, provando emozioni che non mi può dare la musica dal vivo perché posso regolare io stesso il volume della musica, aumentandolo a piacere in alcuni passi particolari. A casa posso godere di un suono stereofonico. E' un'altra cosa ascoltare a casa la marcia funebre dal Crepuscolo degli dèi di Wagner. Dieci minuti di musica esaltante., che non possono costringermi a rimanere muto e legato ad una poltrona da sala da concerto. E che dire di alcune parti dell'inizio della sinfonia "Dal nuovo mondo" di Dvorak? Solo due esempi. In una sala da concerto non potrei avere eguale godimento né potrei, come posso fare in casa, gesticolare immaginando di essere io a dirigere l'orchestra (triste anche se bella illusione).
Per quanto riguarda la prosa, chi se ne frega! Non sono mai stato ad ascoltare un'opera in un teatro di prosa. Eppure conosco, per esempio quasi tutte le opere teatrali di Pirandello, dell'insuperabile Pirandello, di cui lessi anche tutte le "Novelle per un anno" quando ero ventenne. Che aggiunge di meglio il teatro? Per me nulla. Anzi, non posso tornare su certe frasi, meditare su di esse, leggere riflettendo con pause. Me ne importa proprio nulla degli attori. Se scomparissero dalla scena non sarebbe una perdita. Facciano un altro mestiere. Non ne abbiamo proprio bisogno. Mentre abbiamo bisogno di maggiori finanziamenti per la ricerca scientifica (fisica e biologia). Al limite si può vivere senza musica (soprattutto di quella pseudomusica chiamata leggera e di tutti quei parassiti della società che ne sono gli autori, salvo poche eccezioni), mentre non si può vivere senza il finanziamento di quelli che sono i veri benefattori dell'umanità, cioè coloro che dedicano la vita a nuove scoperte nel campo della fisica e della medicina. Se tutti quegli imbecilli che buttano soldi andando ad ascoltare i falsi miti della musica leggera spendessero gli stessi soldi per aiutare la ricerca scientifica cesserebbero di essere degli imbecilli che vanno a finanziare il mondo effimero dello spettacolo.

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