mercoledì 14 luglio 2010

NON HANNO ANCORA CAPITO COME SI DEVE RIFORMARE LA GIUSTIZIA CIVILE.

LA giustizia civile si deve riformare rivoluzionando il Codice di Procedura Civile, spazzando via gli artt. 180-181-182-183-184 del Codice. Bisogna eliminare le udienze (salvo una se vi è l'escussione dei testi). Il processo civile è documentale. Le udienze, con il logorante gioco di rinvio, debbono sparire. Questi avvocati, spesso delle puttane che si prestano a qualsiasi causa, anche la più sballata per non rimanere disocupati (avvocati di fame e non di fama) non vogliono capire.


giustizia e riforme

Processo civile e giudici ausiliari
Gli avvocati: «La partita non è chiusa»

I professionisti pronti a nuove iniziative di protesta

giustizia e riforme

Processo civile e giudici ausiliari
Gli avvocati: «La partita non è chiusa»

I professionisti pronti a nuove iniziative di protesta

Acque agitate tra gli avvocati italiani. E le previsioni dicono: tempesta. Nei giorni scorsi il Governo ha presentato un emendamento alla manovra economica che prevedeva l'istituzione dei giudici ausiliari e la riforma del processo civile poi, dopo una forte e unitaria protesta della categoria forense, la proposta è stata ritirata. Però secondo il mondo dell’avvocatura italiana la partita non si è ancora chiusa e con tutta probabilità assisteremo ad ulteriori colpi di scena. «Speriamo che corrisponda al vero la notizia che il governo avrebbe deciso di ritirare le norme proposte nei giorni scorsi che avrebbero prodotto lo smantellamento della giustizia civile – afferma Ester Perifano, segretario generale dell’Associazione nazionale forense - . Speriamo soprattutto che nessuno provi a riproporle o, peggio, a cercare inutili maquillage su qualche comma. Ad essere inaccettabile è la filosofia che anima il provvedimento: totale diffidenza nei confronti della giurisdizione pubblica e ricerca costante di scorciatoie. Se il governo ritornasse sulla proposta originaria proporremo a tutta l’avvocatura di mobilitarsi con forza contro l’ennesimo attacco allo Stato di diritto».

Anche perché l’emendamento è arrivato in un momento storico che vede gli avvocati sotto attacco su più fronti: la nuova media-conciliazione, i tentativi di eliminare l’autonomia delle casse previdenziali dei professionisti, sempre nella manovra economica e con il consueto balletto di emendamenti correttivi, la mancata riforma della professione forense e del giudice laico, e, infine, l’assenza di risposte alle proposte di riorganizzazione della macchina giudiziaria a suo tempo avanzate, insieme a tutti gli operatori del settore (inclusa l’Anm), con il «Patto per la giustizia». «Ritarda anche la riforma dell’ordinamento forense – afferma Maurizio de Tilla, presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura - e si preannunciano prospettive fosche sul giudice laico e sull’assetto dell’apparato della giustizia. Per tutte queste ragioni, venerdì 16 luglio si terrà a Roma, un’Assemblea dell’Oua aperta a tutte le componenti dell’avvocatura: è tempo di mobilitazione generale e di forti iniziative».

Isidoro Trovato
13 luglio 2010

Nessun commento: