giovedì 24 giugno 2010

LA MALEDIZIONE DELLA CULTURA PASTORALE IN SARDEGNA

SARDUS NATIONE NON MORIBUS. Sardegna: 24.000 kmq e 1.600.000 abitanti con 8 milioni di pecore. Con una regione che ha ben 8 province, per meglio saccheggiare in loco il territorio ed aumentare la spesa improduttiva della politica. Vi sono ben 80 consiglieri regionali con stipendi da parlamentari e che, se non rieletti, si prendono una buonuscita di 200.000 euro (con relativa pensione). Che cosa ci si può aspettare di buono da una popolazione come questa? La storia lo dice. Faide, abigeato, sequestri, vendette trasversali. Ho fatto un sogno. Che un virus avesse causato un'epidemia e la morte di quasi tutti i sardi in modo da portarli all'estinzione. Un popolo vittimista e parassita che ha attribuito ad altri colpe di cui è esso stesso causa. In questo senso l'aveva ben dipinto nell'800 il sardo Giuseppe Manno (ministro a Torino del governo sabaudo) nella sua Storia della Sardegna. Se venissero a mancare i trasferimenti dal governo centrale questo popolo di parassiti che nella loro storia non si sono certamente sprecato il cervello facendo i pastori morirebbe di fame nel giro di un mese. La crudeltà è nel DNA di un popolo di pastori, che non possono trovare differenza tra l'affondare un coltello nella gola di un agnello e in quella di un umano.
Notare l'uso del termine antropocentrico "bestia". Bestie sono gli uomini come i pastori. Se fossero bestie sarebbero migliori. Essi sono solo dei subanimali.

Maracalagonis (Cagliari)

L'ipotesi è che le bestie abbiano infastidito qualcuno che frequenta la zona

Vendetta mortale contro i cani randagi

Quattro meticci uccisi nelle campagne da esche avvelenate

Giovedì 24 giugno 2010
Il ritrovamento è stato effettuato a Is Concias, a breve distanza dalla vecchia Orientale Sarda. Indagano i vigili urbani.
Vedi le foto L i hanno trovati tutti insieme, uno accanto all'altro, in appena dieci metri quadrati. Stricnina: questo il potente veleno che, probabilmente, è stato utilizzato per uccidere i quattro cani trovati morti ieri a Is Concias, nelle colline di Maracalagonis, non lontano dalla vecchia Orientale sarda. La certezza si potrà avere solo tra qualche giorno, quando saranno portate a termine le analisi sulle carcasse, ma che i randagi siano stati fatti fuori volontariamente è quasi certo: lo conferma la loro posizione ravvicinata. L'ipotesi principale è che qualcuno abbia preparato le esche e le abbia abbandonate in quel terreno per non lasciare scampo alle bestie, morte poco dopo aver ingerito il cibo.
LE INDAGINI Della vicenda si occupano ora gli uomini della polizia municipale, le associazioni animaliste e i veterinari della Asl, che ieri pomeriggio hanno effettuato un sopralluogo nella zona arrivando a percorrere anche terreni più distanti da quello dove hanno trovato la morte i cani: per fortuna non sono state avvistate altre carcasse, ma non si può ancora escludere che in quella collina siano stati avvelenati altri animali. Per questo motivo è stato deciso di ampliare ulteriormente i controlli già da questa mattina.
LA ZONA Primo ad accorrere sulla collina è stato Vincenzo Lubrano del Comitato per la difesa degli animali. Lui stesso, resosi conto di quanto accaduto, ha denunciato l'episodio ai vigili urbani e all'azienda sanitaria. Il successivo sopralluogo a Is Concias è stato effettuato alle 17. La zona si può raggiungere percorrendo la vecchia Orientale sarda sino al 20esimo chilometro: da qui si deve svoltare a destra e seguire una piccola strada asfaltata che conduce direttamente alla zona in cui è stato fatto il macabro ritrovamento.
VENDETTA I cani avvelenati sono tutti meticci, almeno tre sarebbe dei randagi. Le carcasse sono state rimosse dopo i controlli e messe a disposizione dei veterinari per gli accertamenti del caso. L'episodio preoccupa gli allevatori e i pastori che frequentano quella parte di territorio, abbastanza popolata di greggi e altri animali e di una certa importanza anche sotto il profilo turistico per la presenza di una tomba dei giganti. Chi cerca di far luce sulla vicenda non esclude che le bestie possano aver infastidito qualcuno che ha deciso di eliminarle col veleno. I cani, affamati, sono caduti nella trappola. (ant. ser.)

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