martedì 6 aprile 2010

LA VIOLENZA NASCOSTA. CARNIVORI, FATE VOI I BOIA

Questa è una lettera in una versione ampliata rispetto a quella inviata a L'UNIONE SARDA e pubblicata in cartaceo il 7 aprile. Pongo tra parentesi quadra le frasi aggiunte nella presente versione. Ringrazio la curatrice della rubrica "lettere " de L'Unione Sarda per avere aggiunto lei il titolo, che non poteva essere migliore, e mi scuso con lei per avere interpretato come un suo rifiuto di pubblicare la mia lettera la mia convinzione che fosse pubblicata subito come immediata replica ai pastori e a tutti i loro sostenitori. Solo un sms era contro di essi. Tuttavia mi domando se, a parte la questione di spazio, la mia lettera sarebbe stata pubblicata nella presente versione. Lo escluderei.

Mi inserisco a sostegno dell'associazione Elliot che ha, tuttavia, posto la questione in modo sbagliato, cioè sul piano dei buoni sentimenti, con cui a nulla si continuerà ad approdare. E' invece una questione di coerenza, con cui quasi tutti quelli che difendono i pastori verrebbero messi di fronte alla loro ipocrisia, di cui non si rendono nemmeno conto. Infatti tutti sarebbero d'accordo su questa massima: non accettare i frutti di quelle azioni che per ragione o per sentimento rifiuteresti di fare. Se mangi carne devi dichiarare di essere disposto a ricavarti da te la bistecca in un mattatoio almeno una volta nella vita, uccidendo, scuoiando e squartando l'animale. Allora avrai il diritto di mangiare carne. Altrimenti sei un impostore che crede di avere le mani monde di sangue, mentre le hai più sporche di quelle dei macellatori che se le sporcano per te. Tutti quelli che non vogliono sottrarsi alla barbara tradizione delle feste di sangue (Natale e Pasqua) dovrebbero dichiarare di essere capaci di andare in campagna e uccidere un agnello infilandogli un coltello in gola e procedere nelle operazioni successive. Quanto ai pastori (ma ciò vale per tutti gli allevatori di morte, che non si sprecano certamente il cervello), se facessero un altro mestiere sarebbe meglio. La cultura pastorale è all'origine storica della cultura della violenza. Il gesto dell'uccidere è materialmente lo stesso, che si tratti di un agnello o di un uomo. Lo diceva già il filosofo neoplatonico Porfirio (III secolo d. C.) [riferendosi alla civiltà mesopotamica, spiegando che gli uomini, già avvezzi ad uccidere gli animali dopo averli schiavizzati negli allevamenti, fecero il passo successivo nell'uccidersi tra loro passando prima alla schiavizzazione delle donne e poi a quella degli uomini (Della astinenza dalle carni). Ciò vale ancor oggi per la Sardegna, in cui il retaggio di una cultura pastorale è stata all'origine di una storia di faide e di odi, di sequestri di persone per una popolazione che per secoli è vissuta isolata dall'Europa in uno stato di semibarbarie, non producendo alcunché di positivo nella sua storia. Dove maggiore e più intensa è stata la cultura pastorale, nella regione del nuorese e dell'Ogliastra, sempre maggiore è stata la delinquenza con il numero di omicidi. Grazia Deledda, nuorese - ma abbandonò la Sardegna da ragazza per trasferirsi a Roma - fu odiata dagli stessi sardi, in particolare dai nuoresi, per averli dipinti come meritavano. E' lo stesso ritratto che si trae leggendo la Storia della Sardegna di Giuseppe Manno. Un popolo di parassiti che si presentava come vittima di altri popoli, mentre era piuttosto vittima di se stesso, delle sue divisioni e dei suoi odi intestini di natura tribale. Si pensi che i sardi, privi di dignità, si intrupparono nell'esercito aragonese per combattere contro l'ultimo giudicato indipendente, quello di Arborea. Nella battaglia di Sanluri vi furono 5000 morti, di sardi combattenti contro altri sardi. I risultati si sono visti. Non hanno dato alcun contributo al progresso della conoscenza. Il sardo di un paese vicino era "unu sardu de afforasa".(un sardo di fuori, considerato straniero). I sardi sono ancor oggi un popolo di parassiti che morirebbe di fame dopo un mese senza i trasferimenti dal governo centrale. E non vi è da meravigliarsi se queste stesse divisioni si riflettono oggi in una regione che, pur avendo solo un milione e 600 mila abitanti, ha ben 8 inutili province con sperpero del danaro pubblico nella politica di malaffare per meglio aggredire il territorio facendo prevalere interessi localistici. ] In compenso vi sono in Sardegna ben 8 milioni di pecore. Circa 7 pecore per ogni abitante. [Ecco ancor oggi la "ricchezza" dei sardi.]

Un discorso a parte merita il perdurante silenzio dei papi che alimenta la tradizione del Natale e della Pasqua come strage di agnelli per conservare la nefanda immagine del Cristo agnello sacrificale. Ma chi (come me) ben conosca e abbia fatto studi di esegesi biblica la Bibbia - che supporta antiscientificamente, pur dopo la concezione neodarwiniana dell'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita, la malattia mortale della Terra che è l'antropocentrismo - è la migliore dimostrazione che dio non esiste (almeno quello ebraico-cristiano-islamico, perché sarebbe un dio inaccettabile [ributtante]). Il papa non ha alcunché da insegnarmi, mentre avrebbe molto da imparare. Ma qualcosa sta cambiando (purtroppo lentamente) se l'Italia ha il maggior numero di vegetariani (7 milioni), che sono migliori del papa. E se non valgono questi argomenti valgano quelli dell'oncologo Umberto Veronesi (vegetariano e animalista) che ha detto spesso che la carne è cancerogena (favorendo soprattutto il cancro all'intestino, al colon e al pancreas). [Dunque buon cancro a tutti i carnivori.] Io sono vegetariano dall'età di 10 anni. E ne sono passati 60. Dunque si può vivere in salute senza mangiare carne. E' solo una questione di palato. Ma io,variando di una parola un noto detto, ho inventato un proverbio:ne uccide più il palato che la spada.

1 commento:

ARTIGIANO66 ha detto...

Pienamente d'accordo...
Artigiano66