venerdì 30 aprile 2010

ADOZIONE A SCATOLA CHIUSA: COME UNA LOTTERIA

Chi avesse intenzione di accedere all'odozione (per me si tratta di gente che vuole complicarsi la vita) dovrebbe sottostare ad una scelta voluta da altri. Chi volesse adottare un bambino europeo (anche italiano, possibilmente) dovrebbe trovarsi di fronte ad un rifiuto ed accettare un africano o un asiatico. Io mi domando se questo non sia un violare il diritto ad una libera scelta. E' il risultato del clima deleterio della cultura del relativismo e della società multiculturale e multirazziale. Si sta infrangendo anche il principio di libertà calpestato dal dispotismo che vorrebbe imporre dall'alto l'adozione senza tener conto delle libere scelte personali.

decisione della suprema corte nelle prossime settimane

Pg della Cassazione: no a discriminazioni razziali nelle adozioni internazionali

La procura: illegittimo indicare nella richiesta l'indisponibilità ad adottare bimbi di colore

decisione della suprema corte nelle prossime settimane

Pg della Cassazione: no a discriminazioni razziali nelle adozioni internazionali

La procura: illegittimo indicare nella richiesta l'indisponibilità ad adottare bimbi di colore

MILANO - Nessuna discriminazione è possibile in tema di adozioni. La procura della Cassazione dice «no» alle coppie che chiedono uno o più bambini in adozione indicando, però, di non essere disponibili a ricevere bimbi di pelle nera o di etnia non europea. La procura della Suprema Corte, sollecitata da un esposto dell'associazione «Amici dei bambini», ha espresso questo orientamento innanzi alle Sezioni Unite che dovranno prendere posizione al più presto in materia.

LA VICENDA - L'intero caso nasce da un ricorso, presentato dalla associazione, impegnata nella tutela dei diritti dell'infanzia, alla procura generale della Casszione, con il quale si chiedeva che il procuratore generale, ai sensi dell'articolo 363 del codice di procedura civile, proponesse ai giudici di piazza Cavour di illustrare la corretta interpretazione dell'articolo 30, comma 2, della legge n. 184 del 1983 che regola le adozioni. Al centro della vicenda, l'accoglimento, da parte del tribunale dei minorenni di Catania, dell'istanza di una coppia che si era dichiarata disponibile «all'accoglienza fino a due bambini, di età non superiore ai 5 anni senza distinzione di sesso e religione» e «non disponibile ad accogliere bambini di pelle scura o diversa da quella tipica europea o in condizione di ritardo evolutivo». Il tribunale di Catania, aveva quindi dichiarato i coniugi «idonei all'adozione sino a due minori di nazionalità straniera che presentino le caratteristiche risultanti dalla motivazione». Secondo Marco Griffini, presidente dell'associazione che ha presentato l'esposto, il decreto emesso dal tribunale contiene «una palese discriminazione su base razziale nei confronti di minori di colore e di etnia straniera a quelle presenti in Europa». La procura generale della Cassazione ha quindi deciso di sollevare a sua volta il caso di fronte alle sezioni unite, chiedendo, come ha fatto il sostituto pg Aurelio Golia, l'accoglimento del ricorso. La decisione delle sezioni unite civili, che non avrà ripercussioni sul caso di Catania, ma stabilirà soltanto un orientamento giurisprudenziale, arriverà nelle prossime settimane.


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