mercoledì 8 luglio 2009

LA RIVOLTA DEI MUSULMANI IN CINA

La rivolta dei musulmani Uighuri in Cina documenta il fallimento, più che economico, culturale del comunismo. Come nella ex Jugoslavia e in Albania, come pure nell'Unione Sovietica di Stalin e del poststalinismo, il comunismo ha mancato di estirpare con l'educazione nelle scuole l'islamismo facendo sì che i giovani venissero sottratti alla nefasta influenza delle loro famiglie musulmane. All'indottrinamento coranico nell'ambito familiare si è sostituita un'altra forma di indottrinamento dogmatico, che, unito alla persecuzione fisica, ha rafforzato una reazione religiosa che si è infiammata dopo la caduta del comunismo. Le moschee avrebbero meritato di essere distrutte, non chiuse, in quanto fonte di predicazione di odio e di intolleranza nei riguardi degli infedeli. E' veramente incomprensibile come anche Stalin e Mao-Tse-Tung, abbiano mancato di provvedere, con una educazione scientifica, e non dogmatica, nelle scuole, a curare le giovani generazioni dalla malattia mentale più grave, più diffusa e più estesa sulla Terra, cioè l'islamismo. E' bene che i musulmani in Cina non abbiano uno Stato indipendente. Come era giusto che Putin in Cecenia si opponesse con la guerra alla formazione di uno Stato islamico, che avrebbe oppresso completamente le minoranze russe. Ma gli idioti governi degli Stati occidentali continuano a non capire alcunché del pericolo islamico. Blaterano del rispetto dei diritti umani nei riguardi di gente che in base al Corano, se andasse al governo, opprimerebbe essa stessa, e più violentemente, i diritti umani. Che intervengano pure le armi contro gli Uighuri. Ma non basta. Bisogna aggiungere la costrizione ad una educazione scientifica nelle scuole. Perché, se non si cura subito, sin dall'infanzia, il cervello di chi nasce in una famiglia islamica, non bastano più soltanto le armi contro le teste già rese malate dal Corano. Bisogna fare opera di prevenzione, come in medicina. Bisogna far capire ai bambini e ai giovani che non in testa debbono mettersi il Corano, ma in altro posto. E a tal fine occore nelle scuole uno scientifico studio di storia delle religioni, inteso a far capire che nulla vi è di divino nelle cosiddette religioni rivelate. Partorite soltanto da falsi profeti, che, come disse Spinoza (Trattato teologico-politico) erano dotati soltanto di immaginazione, e privi di ragione. E l'immaginazione da cui è nato il Corano è tremenda. Come sarebbe stato migliore il mondo se Maometto non fosse mai nato.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' paradossale che la storia sia ancora influenzata dalle menzogne religiose. Nate in contesti storici di assoluta ignoranza riescono a perpetuare determinate credenze partorite da allucinazioni o da malafede. Basti pensare all'allucinazione (o alla menzogna) del pluriassassino Saulo (S. Paolo)che, convertitosi alla predicazione di Gesù, lo trasformò in figlio di Dio prima che venissero scritti i vangeli.I vangeli sono successivi cronologicamente a tutte le epistole di S. Paolo.Al Concilio di Nicea (325) vinse il partito di Atanasio (che sosteneva la divinità di Gesù) contro il partito di Ario, che considerava Gesù soltanto un uomo, privo di natura divina. Vinse Atanasio perché sostenuto dall'imperatore Costantino (altro pluriassassino, anche di molti suoi familiari), che poi se ne pentì perché si era accorto che l'arianesimo stava avendo allora una maggiore diffusione.Ma poi prevalse l'interesse degli ultimi imperatori ad appoggiare il vescovo di Roma (divenuto in questo mododo papa). Finché l'imperatore Teodosio proclamò il cristianesimo vincente a Nicea religione di Stato. Così si sono affermate le religioni. Con le menzogne e con l'appoggio del potere politico.